La cultura dell’assistenza e della cura ha antiche e profonde radici nel passato della nostra terra Atestina.
Così A. Soster nella sua pubblicazione “l’ Ospedale di Este” tipo Seminario Padova 1932, descrive tale caratteristica dei nostri antenati. “Nella vetustissima Ateste, sotto il governo dei suoi Marchesi sorsero chiese e monasteri con ospizi per gli ammalati, per i poveri e per i pellegrini”.
Scarse notizie ci sono rimaste di questi pii istituti, le guerre ed il tempo fecero scomparire molti documenti; tuttavia alcuni antichi ospedali sono ricordati dall’ Alessi nelle sue “Antichità Estensi”.
NeIl’undicesimo secolo fu fondato dal marchese Alberto Azzo II il convento di S. Maria delle Carceri, che aveva annesso un ospedale per il ricovero dei viandanti ed anche per la cura degli infermi. Era stato largamente beneficiato dai marchesi d’Este ed anche ricordato nel testamento del 1165 dalla nobile Donna Beatrice. Nello stesso testamento sono ricordati gli ospedali di Gerusalemme e del Tempio. Questi ultimi siti in Este.
Oltre a tali ospedali si ha riscontro di altri luoghi di cura quali l’ospedale della Rotta in Ospedaletto Euganeo e in Este: l’ospedale dei Lebbrosi, l’ospedale di San Bartolomeo, l’ospedale di Sant’ Andrea, l’ospedale della Madonnetta e l’ospedale di Sant’ Antonio.
In merito a quest’ultimo F. Franceschetti, nella sua pubblicazione “La Chiesa ed il convento di S. M. Consolazioni” tipo S. Bernardino VR 1932, fornisce le seguenti notizie.
“Nella città di Este, fuori dalla Porta Vecchia, poco lontano dalle antiche mura, eravi l’ospedale di S. Antonio Abbate, detto da Vienna, con annessavi una piccola chiesa dedicata alla B. V. delle Consolazioni.
Era retto dalla pia confraternita di Sant’Antonio e doveva essere molto antico ma ( …. ) sventuratamente il suo archivio (. .. ) andò distrutto (. .. ) e la sua esistenza la rilevo da un registro del 1423, del Notaio Albertino De Galzignani (. .. ).
Il nobile Giovanni Pietro Gazzo, celedottore in medicina, in nome della Magnifica Comunità, e con il già ottenuto beneplacito della Confraternita dirigente l’ospedale di Sant’Antonio, nel 1504 presentava istanza al Nunzio Apostolico di Venezia chiedendo licenza di poter costruire nell’area dell’ospedale una chiesa dedicata a Maria Vergine e a Sant’Antonio Abbate, con ,annesso convento, da concedersi all’Ordine dei PP. Minori Osservanti di San Francesco.
Il Nunzio, esaminata l’istanza, il 5.3.1504 accordava la chiesta facoltà. Due anni dopo la chiesa ed il convento erano costruiti (. .. ). La venuta in S. Maria delle Consolazioni dei Padri Minori segnava la fine dell’ospedale di Sant’Antonio, quantunque essi si fossero impegnati fin dal loro ingresso di ricostruirlo in amplissima forma, nello stesso luogo ( … ).
Ad eccezione di documenti riguardanti lasciti, livelli o proprietà del convento, null’altro possediamo ora per rifare la storia del monastero, che ebbe però una vita breve, perché sorto nel 1504 venne estinto nel 1769″.
In tale anno, il convento di S. Maria delle Consolazioni dei PP. Minori Osservanti subiva la sorte di molti conventi francescani e veniva soppresso.
Il consiglio della Magnifica Comunità in seduta del 1769 deliberava l’acquisto di detto convento e chiesa con tutto il territorio adiacente per 1’erezione di un nuovo ospedale “sopra li eccitamenti dei vari cittadini e persuasione universale della necessità di un’opera così salutare”.
Il possesso avvenne il 12.06.1770, e la Magnifica Comunità incaricò i signori Massari, Fracanzan Vincenzo e Gentilino Domenico, di provvedere all’erezione del nuovo ospedale ed all’ assetto amministrativo dello stesso. Tale lavoro organizzativo, rivolto a dettare regole sulla gestione e sull’approvvigionamento dei materiali per il funzionamento dell’ospedale e all’incremento delle sue rendite, durò circa cinquant’ anni, durante i quali vennero effettuati lavori di manutenzione e di adeguamento funzionale del monastero.
È del 1858 la richiesta da parte della direzione di far redigere un progetto per adeguare il Convento alle attività che doveva assicurare. Nel 1859 venne costruita una cucina nel lato sud del convento. Nello stesso anno si iniziarono i lavori per la riduzione in due grandi sale di tutto il piano superiore a sud che era suddiviso in numerose e piccole stanze. Il numero sempre crescente dei ricoverati indusse a costruire sull’ orto posto a levante un nuovo padiglione.
L’approvazione del progetto si ebbe nel gennaio del 1861 e i lavori, eseguiti in due stralci, si conclusero nell’agosto del 1862, Nel 1864 si trasformò in due stanze la vecchia sala nel lato di ponente. Con decreto reale del 16 settembre 1869, l’amministrazione dell’Ospedale veniva affidata alla Congregazione di Carità. Questa iniziò subito a prendere delle decisioni sui lavori di sistemazione edilizia da eseguirsi.
Sempre A. Soster, nella citata pubblicazione “L’Ospedale di Este”, così elenca alcuni interventi di tale periodo: “La vecchia lavanderia che si trovava al pian terreno sul lato di levante,, fu trasportata a ponente; l’alloggio del Cappellano venne trasportato da un delle case di via Consolazioni, nella casa fra l’ospedale e la Chiesetta di S. Carlo, e nella stessa si trasportarono gli uffici della Congregazione e il magazzino delle farine; si acquistarono delle vasche in marmo per il bagno che furono poste nel locale della vecchia lavanderia; si trasformò tutto il piano terreno del nuovo padiglione verso levante, che era adibito a magazzini, in vari locali per ricoverare i pazzi e gli ammalati cronici del Comune; si costruì un locale addossato al lato di ponente per uso magazzino”.
Nel 1887 fu completamente rifatto con gradini in marmo di Verona lo scalone principale.
Per molti anni ben poche modifiche furono apportate all’ ospedale soprattutto per le condizioni economiche che non furono mai abbastanza floride da coprire gli oneri di nuovi lavori. Soltanto nel 1903 si eseguirono i lavori per l’ambulatorio medico e chirurgico e si restaurò la camera adibita alle operazioni.
Intorno al 1910 fra i lavori eseguiti è da ricordare la costruzione delle celle mortuarie nel brolo dell’ ospedale.
Nell’agosto del 1922 veniva approvato il progetto per un nuovo padiglione per tubercolosi.
Nell’ ottobre 1923 la Congregazione approvò il progetto per una nuova lavanderia e quello per il riordino edilizio dell’ ospedale redatto dall’ing. Mengotti.
Negli anni successivi si eseguirono solamente lavori di manutenzione. Solo dopo il 1948 si riprese l’attività edilizia con una nuova espansione dell’ ospedale. Da tale anno fino agli anni sessanta furono edificati i padiglioni che attualmente insistono nella zona interna dell’ex E.C.A., prospiciente via S. Fermo.
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