Le origini dell’attuale Liceo Ginnasio “G.B. Ferrari” (I) vanno cercate nella piccola località denominata Tresto, a pochi chilometri da Este, nella quale fin dal 1820 il Vescovo di Padova aveva costituito “una frazione del Seminario”, affidandola ad un certo don Alacevich e ad un maestro di grammatica, i quali costituivano tutto il personale dirigente ed insegnante della piccola scuola; i giovani studenti “patavini ed estensi, abbandonando i loro collegi, riparavano nel silenzio della nostra campagna (del Tresto), favorevolissima allo sviluppo del corpo e della mente, alla serenità dell’animo, alla durata della vita” (2).
I pregi del luogo non erano dunque né piccoli né pochi, ma non sembra che ne abbiano tratto adeguato profitto i due maestri che, per i loro continui contrasti, furono rimossi dall’ufficio per ordine del Vescovo e sostituiti da due sacerdoti di Este, un Panella come direttore ed un Pelà maestro di grammatica. Ma questi, poiché “miravano ad un maggiore emolumento in compenso delle loro fatiche, avveghacché un buon numero di studianti tuttavia lo frequentasse (l’istituto del Tresto), vinti dalle istanze degli estensi cittadini, zelanti sempre per la sociale educazione, lo trasportarono ad Este” (3) nel 1829. A tale anno e a tali vicende, quindi, risale il primo nucleo dell’ attuale Liceo Ginnasio (4).
L’educazione ivi impartita ebbe dapprima carattere privato ma ben presto il Governo austriaco, con una nota del 10 maggio 1832, approvò “per un anno in via di esperimento la Casa di privata educazione apertasi in Este sotto la direzione dell’abate Natale Agostini” venendo incontro alle numerose richieste delle famiglie – Este contava allora 8100 abitanti e dal 1829 un decreto imperiale l’aveva innalzata al grado di città -. “Ad ispettore sorvegliante della Casa di educazione – continua il documento – sarà il proposto nobile Vincenzo Fracanzani, dal cui zelo, attività e premura si ripromette il Governo che lo stabilimento procederà regolarmente” e, più oltre, “il sistema di educazione dovrà essere, sotto ogni rapporto, conforme a quanto prescrivono i regolamenti vigenti nei Ginnasi; poiché poi il Consiglio comunale nella seduta del 27 settembre 1830 si è preso di contribuire annue lire 800 all’abate Natale Agostini, in aggiunta alle lire 1700 alle quali si obbligarono volontariamente i privati, il Governo non fa opposizione che il Comune concorra all’anzidetto annuo tributo” (5).
L’andamento della scuola ed i risultati dovettero essere soddisfacenti, giacché con decreto dello aprile 1839 essa fu parificata ai Ginnasi dello Stato, conservando tale assetto fino al 1851.
Al termine del primo anno scolastico si ebbe un “Discorso del nob. Sig. Vincenzo Fracanzani, scudiere di Sua Maestà Imperiale Regia Austriaca, Podestà e Vice Direttore dell’Istituto Ginnasiale di Este, detto nella solenne distribuzione de’ premi alla fine dell’anno scolastico 1840”, il quale così iniziava: “Nell’occasione desideratissima in cui per la prima volta si fanno solennemente manifesti gli annuali portamenti dei giovinetti di questo patrio istituto, io, che non ultimo ad esso conversi ogni maniera di sollecitudine e di affetto, non posso nell’animo contenere la gioia che non esca in pubbliche significazioni, in vedendo, umanissimi cittadini, come dal vostro benigno concorso improntate questa cerimonia di tutto quell’utile decoro di cui può essere capace, e fata chiara mostra del favore con che aiutate del vostro municipio la non facile impresa” (6).
Non era infatti di poco rilievo il gravame finanziario che il Comune si era addossato: lire austriache 3600 annue, con le quali sosteneva l’intero onere del funzionamento, compresi gli stipendi degli insegnanti: quattro maestri di grammatica, due di umanità, un prefetto degli studi e un catechista. Il funzionamento ed i programmi erano conformi al Codice ginnasiale del 1818 (7) nel quale l ‘Imperial Regio Governo fissava “ordini e regolamenti intorno alla costituzione ed organizzazione dei Ginnasi”.
Le norme e le prescrizioni erano molte, minuziose e rigorose e forse può avere qualche interesse richiamarne qualcuna.
Agli insegnanti era raccomandato di “cogliere ogni occasione per ben dirigere il modo di pensare e di sentire dei loro scolari, ed usare la più severa vigilanza sopra la loro condotta … I Professori hanno l’obbligo e diritto di informarsi di tutto ciò che fanno e non fanno i loro scolari, e di portare la loro vigilanza e la loro censura su tutto ciò che essi scorgono di difettoso e di biasimevole, non eccettuate le stesse occupazioni domestiche, in quanto esse hanno una qualche relazione con lo studio”.
L’anno scolastico cominciava il 3 novembre e si concludeva il. 14 settembre, con due ore antimeridiane e due pomeriggi di lezione, eccetto il giovedì e la domenica; le vacanze comprendevano, oltre le ferie autunnali, il periodo da Natale a Capodanno, gli ultimi tre giorni di carnevale e quelli dal mercoledì della settimana santa al martedì dopo Pasqua. Il corso ginnasiale durava sei anni, con quattro classi di grammatica e due di umanità e comprendeva lo studio della grammatica e dei classici latini ed italiani, storia naturale, fisica, geografia, storia, matematica, lingua greca, scienza della religione. “Spesso, e specialmente pei giorni di vacanza, per le domeniche e per le feste, il Professore darà a’ suoi scolari una qualche composizione da farsi a casa”. Ogni mese gli alunni dovevano affrontare un esame generale su tutte le materie, il quale, al termine dei due semestri assumeva particolare importanza ed era pubblico. Gli scolari erano impegnati “a considerare questo esame come un cimento che impegna il loro onore e a non ricusare alcuna fatica per riuscirvi gloriosamente”. Va infine ricordata le norma precettiva per cui “i Professori dovranno attenersi esattamente ai libri prescritti – perché il Governo abbia cognizione dei principi che insegnano i Professori, cognizione per esso di non poco momento”. Era questo un vincolo significativo negli anni in cui le idee romantiche e patriottiche
e la formazione dell’ opinione pubblica liberale andavano diffondendosi anche in questa piccola città dell’Impero austriaco; in siffatto clima poliziesco si può ben comprendere come si sia trovato a disagio Francesco Dall’Ongaro, il notissimo poeta e patriota del Risorgimento, che, giovane prete, insegnò per qualche anno nel Ginnasio di Este, allontanandosene nel 1837.
La frequenza era, relativamente a quel tempo, certamente notevole, giacché le sei classi raccoglievano ogni anno una cinquantina di alunni, dei quali una decina erano convittori.
Tuttavia, inopinatamente, nel 1851 una deliberazione del Comune disponeva la chiusura del Ginnasio: non risulta quali siano stati i motivi, ma non si è lontani dal vero cercandoli soprattutto nella politica illiberale e vessatoria instaurata dopo le vicende del 1848-49 dalle autorità austriache, con provvedimenti che portarono, nel campo scolastico, alla chiusura di parecchi Ginnasi in tutto il Lombardo- Veneto (8).
Le vicende che nel 1866 condussero il Veneto a ricongiungersi all’Italia videro, il 14 luglio, l’ingresso ad Este dei primi soldati italiani, “salutati freneticamente dall’entusiasmo del popolo, mentre da tutte le finestre sventolavano le bandiere tricolori preparate già da tempo in segreto. Nel fervore di ricongiungimento alla patria, la Congregazione municipale ritenne opportuno ripristinare il Ginnasio Liceo comunale fin dall’anno scolastico 1866-67 con un corso completo di cinque classi ginnasiali e tre liceali con orari e programmi conformi a quelli allora vigenti nelle Scuole del Regno.
L’insegnamento dell’ italiano, latino e greco era prevalentemente grammaticale nelle prime tre classi; in quarta ed in quinta si leggevano soprattutto ed in abbondanza i classici, accompagnandone lo studio con un breve corso di retorica e stilistica. In prima liceo si procedeva allo studio storico della letteratura, in seconda ed in terza a quello dei generi letterari. Il programma di storia dall’età antica andava fino al 1815; per gli anni successivi si studiavano “i mali causati all’Italia dall’ Austria” e “Casa Savoia e l’indipendenza italiana”. La geografia aveva carattere storico e procedeva parallela alla storia. L’insegnamento della matematica era assai esiguo nelle prime tre classi ginnasiali, comprendeva l’aritmetica elementare in quarta ed in quinta, algebra, geometria e trigonometria nel liceo; gli insegnamenti scientifici avevano carattere informativo ed enciclopedico; la filosofia, impartita nel liceo, si ripartiva in logica, metafisica ed etica.
L’anno scolastico durava dal 1° novembre al 31 luglio, la prima quindicina di agosto era riservata agli esami che concludevano ogni anno di studio; nella seconda quindicina di ottobre avevano luogo le prove di riparazione. Lo frequentavano da 30 a 50 alunni, paganti ciascuno dodici lire mensili; ma la scarsa frequenza rendeva assai grave l’onere finanziario gravante sul Comune, che nel 1869 decise la soppressione dell’Istituto.
Tuttavia del suo buon funzionamento si ha notizia da una memoria del tempo, redatta dal prof. Alessandro Prosdocimi, il quale doveva diventare poi il benemerito fondatore del Museo archeologico atestino:
“Quell ‘Istituto parificato portò vantaggio di rilevanza somma, giacché, per esso, la parte più colta de’ concittadini nostri ebbe buona e soda educazione e le si rese possibile la carriera degli studi universitari …
All’epoca che fioriva il Ginnasio atestino più di venti alunni furono annualmente iscritti nell’Università patavina, mentre che a ben pochi de’ nostri giovani, dopo la abolizione del Ginnasio, concesse la sorte una completa carriera di studi” (10).
L’Istituto fu riaperto dal Consiglio comunale con deliberazione del 1 maggio 1874, la quale, non senza contrasti, ripristinava il solo Ginnasio su cinque classi “regolato secondo le norme di legge e colla istruzione impartita da professori titolari e reggenti” assunti dal Comune attraverso concorso.
Gli alunni furono 22 nell’ anno 1874-75, saliti a 33 poi a 42 nei due anni successivi.
La scuola era posta in un’aula Dell’ex convento di S.Francesco, la maggior parte del quale era adibita a Collegio convitto – uno dei pochissimi del Veneto -, affìdato a persona privata, ed in esso era ospitata buona parte degli studenti del Ginnasio (12).
Sul funzionamento ed il profitto ottenuto scriveva nel 1878 il Provveditore agli Studi: “In questi giorni ho avuto i rapporti indirizzatimi dai signori Professori inviati ad Este a farne da commissari negli esami di licenza ginnasiale e vi ho letto con piacere che i candidati hanno dato prova di sapere, di essere stati istruiti in modo degno di lode. Ciò stando, parmi che sia obbligo di tutti i cittadini amanti delle patrie istituzioni di sorreggere in ogni modo un istituto che procede ordinatamente non solo, ma che è argomento di soddisfazione a persone competenti mandate apposta per visitarlo” (13).
Soddisfatto del buon andamento, il Consiglio comunale, nella seduta del 19 luglio 1883, decise di consolidare le strutture del Ginnasio, pareggiandolo ai governativi ed approvando la nuova pianta del personale insegnante. Una piccola controversia fu causa allora di vivaci dispute: nel luglio 1888 quattro ragazze sostennero l’esame di ammissione al Ginnasio con esito positivo; senonché le loro domande di iscrizione, presentate nell’ ottobre successivo, non furono accettate dalla direzione, né miglior risultato ottenne il ricorso all’autorità municipale; la cosa fu deferita al Provveditore e poi al Ministero.
Il contrasto fu risolto con l’accettazione delle alunne nella scuola, fino ad allora soltanto maschile, come si ricava da una corrispondenza da Este del giornale’ “Il Veneto” dello luglio 1889, nel quale si ricorda che l’alunna Gemma Cenzatti, della terza ginnasiale, sola tra tutti gli alunni del Ginnasio, aveva ottenuto la promozione senza esami; le altre alunne Deola, Pietrogrande e Monselesan li superarono brillantemente; l’articolo così concludeva: “Mentre dunque plaudiamo ai meriti della signorina Cenzatti e delle altre, chiediamo ai signori della Giunta se, con l’entrata delle ragazze al Ginnasio, è crollato l’ordine sociale”.
Nel 1893, a dieci anni dalla sua regolamentazione, l’Istituto venne intitolato a G.B. Ferrari: l’iscrizione che ne ricordava i meriti culturali e di maestro e che fu posta nell’ingresso del Ginnasio di allora, orna l’attuale sede della Scuola.
Col tempo il Ginnasio accolse progressivamente un numero maggiore di alunni, che alla fine del secolo superarono il centinaio: appariva perciò giustificato il desiderio dell’ amministrazione comunale di ottenere la trasformazione del Ginnasio da comunale a statale e a ciò si arrivò il 1° ottobre 1913. A questo proposito mette conto ricordare come fino all’ultimo giorno si sia corso il rischio di veder sfumare la sospirata regificazione, come allora si diceva. Per ottenerla era necessario che il Comune si impegnasse a fornire i locali, l’arredamento e a sostenere le spese di funzionamento, sottoscrivendo un’apposita convenzione che, redatta dal Ministero, doveva essere a questo rimessa entro il 29 settembre 1913, giorno in cui si riuniva a Roma la commissione chiamata a decidere della regificazione di questo e di altri Istituti. Tuttavia il 28 settembre non era ancora giunto ad Este il documento ministeriale per ‘essere sottoscritto e restituito, per quanti solleciti, anche telegrafici, fossero stati inviati a Roma anche dal Deputato del Collegio di Este, conte Paolo Camerini. Evidentemente, nemmeno allora la burocrazia ministeriale si segnalava per efficienza. Il 28 settembre, rotti gli indugi, l’assessore alla pubblica istruzione Dal Mutto ed il segretario comunale partirono per Roma: il giorno successivo, ultimo utile, firmarono nei locali stessi del Ministero la convenzione e la sottoposero alla commissione già insediata, che l’accettò.
Inserito così a pieno titolo tra gli altri Ginnasi del Regno e raggiunto uno stabile assetto, il nostro Istituto conobbe la tranquilla successione degli anni scolastici, umbratile forse, ma attiva, confortata da buona frequenza e da normali risultati.
L’istituzione nel 1940 della Scuola Media tolse al Ginnasio le prime tre classi, lasciando poche prospettive di vitalità all’Istituto – limitato alle due ultime classi – specie negli anni tormentati della guerra, con conseguente scadimento del profitto, funzionamento irregolare e condizionato dalle circostanze, quali la requisizione dei locali nel 1944 opera del comando militare tedesco, le successive sistemazioni postbelliche, provvisorie ed inadeguate, durate fino al 1952. Il ritorno alla normalità fu lento e incerto anche per l’esiguo numero di scolari; il diffuso timore di una prossima chiusura indusse l’amministrazione comunale a chiedere, nel marzo 1948, che il Ministero istituisse il Liceo classico a prosecuzione del Ginnasio.
La domanda restò disattesa per qualche anno, poi, d’improvviso, il 30 settembre 1952, il Ministero stabilì l’apertura del Liceo Ginnasio, con decorrenza dal giorno successivo: si ripeteva così la vicenda del 1913. In pochi giorni fu reperita la sede, una villetta di nuova costruzione, che ospitò i 53 iscritti del 1952-53.
Ma già nell’anno successivo il Liceo ebbe più appropriata consistenza, con insegnanti tutti di ruolo ed un accresciuto numero di alunni; infine nel 1955 poté avere una sede appropriata, progressivamente migliorata nell’ arredamento ed arricchita nella consistenza dei gabinetti scientifici e della biblioteca.
Scorrendo le pagine dei registri scolastici di quegli anni ormai lontani, ma anche di altri recenti, spuntano molti nomi di docenti che si prodigarono, dando lustro alla scuola, e nomi di alunni che ora, medici, ingegneri, avvocati, insegnanti, funzionari, imprenditori, nella nostra città o altrove hanno conseguito lusinghiere posizioni sociali e pubblica stima; piacerebbe anzi nominarne qualcuno se non si temesse di far torto a molti altri; e tutti sorriderebbero – oggi – nel vedere i loro voti di allora in italiano, latino, greco, matematica, che costarono certamente fatica e crucci alla loro giovinezza studiosa, la quale, però, senza parere li preparò alle prove e agli esami che quotidianamente la vita riserva, e li maturò ai successi.
Il fatto più rilevante dopo il 1965 è l’annessione del Liceo scientifico “Euganeo”, che perde l’autonomia e continua a funzionare come sezione annessa del “Ferrari” (1967). Legato a questo è anche il trasferimento della sede: il “Ferrari” si trasferisce dal piano secondo dell’ attuale scuola media “Carducci” all’ala opposta dello stesso edificio, che ospitava fino ad allora l’istituto professionale “Duca d’Aosta”:
nella stessa ala vengono trasferite le classi dell’ ex “Euganeo” dalla vecchia sede di Villa Boldù-Dolfin. In realtà, l’unificazione, per molti aspetti ragionevole e vantaggiosa per l’istituto, comporta il grave problema della mancanza di spazi: da allora in poi il Liceo avrà il problema di dover gestire un certo numero di classi in succursali di fortuna, prima presso il patronato della parrocchia delle Grazie, poi nella villa Boldù, quindi presso la parte non restaurata dell “‘Atestino”, infine al piano terra della scuola media “Zanchi”: tutte soluzioni insoddisfacenti e tali da condizionare negativamente la vita della scuola.
Nel 1969 il preside Rizzon è trasferito a Padova e viene sostituito dal Preside Pier Luigi Previato, che guiderà il liceo, con grande competenza e umanità, fino al pensionamento (1988), riuscendo nei primi anni a dare il senso dell’unità a quelle che per tradizione e tipologia erano alla fin fine due scuole diverse, poi guidando la scuola in anni difficili come il decennio 70-80, in cui peraltro il “Ferrari” si ingrandiva sempre più, acquisendo anche sezioni staccate sia a Montagnana (classica dapprima, subito estinta per scarsità di iscritti, scientifica poi, nel 1993, in seguito annessa ad altra scuola), sia a Monselice, dal 1973, dove invece la sezione rimase legata a Este via via sviluppandosi fino al 1989, quando ottenne l’autonomia.
Nel 1994 ai due corsi tradizionali, classico e scientifico, si affianca un indirizzo linguistico, il cui successo prova come l’istituzione corrisponda a un’ esigenza sentita dall’ ambiente sociale e culturale in cui il Liceo opera.
Oggi, il “Ferrari” con più di 600 alunni e 29 classi si affaccia al nuovo millennio continuando ad esercitare, nel segno di una tradizione ormai secolare, la sua funzione di preparazione agli studi superiori di centinaia di professionisti che, a Este o altrove nel mondo, giova sperare che dal Liceo di Este abbiano attinto non solo formazione e cultura, ma anche, quel che più conta, onestà di vita e di pensiero. Che se così fosse, per il “Ferrari” sarebbe il premio più ambito.
Renzo Donadello
1 Riduzione dell’ articolo contenuto nell’ Annuario del Liceo Ginnasio “Ferrari” dell’anno 1965; le notizie riguardanti gli anni successivi sono state fornite dall’attuale preside prof. Marchesini.
2 G. B. De Stefani: “Storia del Santuario del Tresto”; G. Longo, Este, 1864. L’Istituto occupava i locali dell’antico convento degli Agostiniani, che il vescovo di Padova Gregorio Barbarigo aveva fatto acquistare nel 1669 per il Seminario, facendone un piccolo ma rinomato centro di istruzione, durato fino al 1715.
3 Pubblicazione citata.
4 Solo due Scuole hanno nella provincia un’origine anteriore: l’ Educandato San, Benedetto, sorto a Montagnana nel 1811, ed il Liceo Ginnasio Tito Livio, sorto a Padova nel 1818 come “Ginnasio di S. Stefano”; il nome derivava dall’ex-convento dove ebbe la sua sede, in seguito ampliata.
5 Il documento è conservato nella Raccolta della biblioteca del Gabinetto di Lettura di Este.
6 Stabilimento Tipografico di Gaetano Longo, Este, 1840,
7 Imperial Regia Stamperia, Milano, 1818
8 A completare lo sguardo agli ordinamenti scolastici sotto il governo austriaco, è noto che questo, dopo il 1849, istituì il “Ginnasio Liceale” con strutture e programmi non molto differenti dai precedenti. Nel 1853 venne introdotto l’esame di maturità (già allora si chiamava così), necessario per accedere all’Università, svolgente si in una sola sessione. Comprendeva un componimento italiano dichiarato dal programma stesso la prova più ‘importante -, una versione dal latino e una dal greco, un compito di matematica. L’esame orale comprendeva religione, storia, filosofia, fisica, geografia e statistica degli stati austriaci.
9 A. Ciscato: “Storia di Este dalle origini al 1889”; Este, Tipografia. Longo – Zanella, 1889.
10 A. Prosdocimi: “Intorno alla pubblica istruzione maschile in Este”; Este, Stamperia Cavagnari, 1874. ” Nel 1876-77 le iscrizioni non superavano i 50 alunni in poco meno di un quarto dei 106 Ginnasi governativi.
12 Il Collegio convitto fu poi amministrato direttamente dal Comune dal 1887 al 1900 con carattere di collegio militarizzato, tornò ad essere diretto da un privato nel 1900-1901, passò a personale ecclesiastico inviato dal Vescovo di Padova dal 1901 al 1904, fu tenuto dalla Congregazione salesiana dal 1904 al 1916; adibito ad ospedale militare durante la prima guerra mondiale, fu riaperto nel 1922 come Collegio Vescovile, fino alla chiusura definitiva nel 1975.
13 Lettera inviata dal Provveditore al R. Commissario distrettuale di Este. Nella Raccolta Estense della biblioteca del Gabinetto di Lettura sono conservate le relazioni di parecchi anni scolastici di allora, con l’elenco del corpo insegnante, degli iscritti nelle classi ed i risultati finali.
14 Dal gennaio al settembre 1944 il Ginnasio fu ospitato nell’attuale sede degli uffici finanziari; fino al 1946 fu accolto nei locali del Patronato parrocchiale delle Grazie; fino al 1949 visse in coabitazione con la Scuola di Avviamento Commerciale “Zanchi” al ponte della Girometta e fino al 1952 ebbe sede nel Patronato parrocchiale del Duomo.
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