La nostra ridente città, polo di riferimento della Bassa Padovana e matrona della vita Euganea, si sta avviando all’appuntamento degli anni novanta con un bagaglio di innovazioni urbanistiche e scelte economiche che farà di certo sentire il proprio peso sul futuro assetto della medesima.
Riassumiamo in alcuni punti le nostre impressioni in proposito.
Il settore secondario, come tutti possono osservare, sembra destinato ad un progressivo ed allarmante declino, come dimostrano il fallimento dell’Utita e le preoccupanti crisi di altre industrie estensi. Il settore primario agricolo, ancor prima, ha visto perdere l’unica struttura presente ad Este (lo zuccherificio), triste conseguenza della mancata programmazione del settore stesso. Solo il terziario presenta un assetto soddisfacente. II terziario pubblico ha visto il potenziamento dell’Ospedale Civile (almeno rispetto agli altri complessi ospedali eri limitrofi); il terziario privato inoltre ha trovato in Este uno sbocco notevole con la realizzazione di complessi per la grossa distribuzione (vedi ad esempio quello di via Padana Inferiore).
Non entriamo qui nel merito delle polemiche sorte in proposito, ma affermiamo soltanto che la realizzazione di grossi centri di consumo non ha senso se ciò avviene penalizzando quelli di produzione.
La nostra città non presenta, nelle realizzazioni attuali e nei programmi, futuri, un assetto urbanistico soddisfacente. Il nodo cruciale è dato dal progressivo degrado del centro storico, destinato a divenire un amorfo complesso di negozi ed uffici. La conseguenza di ciò la troviamo nel pericolo della trasposizione del baricentro della nostra vita cittadina in un megaquartiere satellite (Meggiaro) che sta caratterizzando la nostra come una città dormitorio, dove, tra l’altro, sono state ubicate le residenze per gli anziani, pur nella consapevolezza dei disagi certi a cui venivano destinati. Vi è da dire in merito che prima dell’approvazione della variante al piano regolatore, si è sviluppato un dibattito di un certo livello a cui hanno lodevolmente partecipato tre locali consigli pastorali ed altre forze partitiche (e non) cittadine.
In sintesi, vogliamo sommessamente ribadire la consapevolezza comune tra la cittadinanza che la situazione di squilibrio tra le attività produttive e l’insediamento urbanistico rischia di compromettere “ESTE”, così ricca di tradizioni millenarie e così ridente grazie alla sua felice ed ottimale posizione geografica, come una città a misura d’uomo”.
A nostro avviso, per superare l’attuale situazione é necessaria una forte iniziativa culturale e politica che passi attraverso tutte le forze vive della città.
Positivi stimoli sono venuti ancora dall’area ecclesiale, attraverso il II Meeting dei Giovani, il cui tema di fondo, “Le radici socio-culturali della Bassa Padovana”, si richiama anche alla denominazione sociale della nostra cooperativa di gestione del giornale, costituita nel dicembre dello scorso anno. Attualmente, ci é dato scorgere in tale area una particolare concentrazione di sforzi ed attenzioni nel settore dell’assistenza, dove anche gli operatori pubblici intendono darle spazio.
Ulteriori stimoli sono pervenuti – ed è positivo segnalarlo – dalle associazioni di categoria, come ad es. I’UPA, l’Unione Provinciale Artigiani.
Siamo comunque convinti che la vera crisi non stia nella gravità dei problemi, ma semmai dentro di noi, nella incapacità di reazione, di mobilitazione, e nella scarsa volontà di guardare in faccia alla pur dura e triste realtà, per superarla. Su questo tema, tra gli altri, vorremo qualificare la nostra presenza.
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