Famiglia, scuola, parrocchia: tre istituzioni che perseguono come fine comune l’educazione dei giovani, pur avendo obiettivi specifici.
Ma come appaiono questi fondamentali nuclei educati vi agli occhi degli adolescenti, i più semplici e forse inesperti cittadini?
Certo non esiste una classificazione, ma sicuramente una posizione preminente dev’essere attribuita alla famiglia, il primo ambiente educativo, in cui il legame di sangue e quello affettivo convergono nel più intimo dei rapporti interpersonali, l’unico stabile punto di riferimento in cui un giovane si identifica e continuerà ad identificarsi.
Altro ente fondamentale per l’ educazione giovanile è la scuola, il cui fine consiste nell’inculcare prima di tutto la scienza, il sapere e nell’inserire gli adolescenti in contatto col vivere sociale.
La famiglia “delega” inoltre la parrocchia, perché non manchi di trasmettere la cultura morale e religiosa.
Questo, in sintesi, altro non è che il prototipo di una società esemplare, in cui i giovani si sentono perfettamente inseriti. Ma tutti sappiamo che la realtà è ben diversa, e che l’inflessibilità della morale comune sfocia continuamente nell’ipocrisia.
Rispetto a questi punti di vista è facile notare nella nostra stessa cittadina di Este, quanto famiglia, scuola e parrocchia (che noi abbiamo definito “i più importanti nuclei educativi”) siano tuttora manchevoli, e quali rapporti intercorrano tra queste tre istituzioni.
1 La situazione familiare è andata progressivamente sfasciandosi, lacerando il rapporto affettivo (che nel prototipo di società perfetta significava tutto) con l’eccessivo lavoro, portato all’esasperazione dal materialismo economico, con un tartassamento smisurato da parte dello Stato e con una serie di “guerre interne” in cui divorzi e separazioni hanno giocato un ruolo determinante. In seguito anche all’abbassamento della natalità (1,2 per coppia) si è verificato negli ultimi tempi un dissidio fra le generazioni in cui i giovani sono all’ esasperata ricerca della libertà, senza il corrispettivo di altri valori. Vengono così a mancare i fondamentali concetti di moralità e giustizia, che stanno alla base della nostra stessa società. Evidentemente i giovani di un tempo si sentivano schiavi del conformismo, mentre gli adolescenti di oggi sono padroni della libertà. L’unica soluzione per rimediare a questo triste panorama familiare, consiste nel ritornare semplicemente alla stima della persona, che non è più considerata come tale, ma è del tutto incapace di riversare la propria ricchezza.
2 La scuola soffre come tutte le istituzioni oggi, cominciando dalle strutture architettoniche che si presentano del tutto inadeguate.
Questo induce certamente a pensare che lo Stato non spenda per questo ente quanto invece dovrebbe, e che non sia per nulla intenzionato ad investire nella gioventù e tantomeno nel domani. Un dato di fatto consiste che nella scuola è gradualmente entrata l’indisciplina (causata molto probabilmente dalla caduta dei cardini fondamentali della società per opera della sempre più frequente disgregazione dei nuclei familiari) le cui conseguenze hanno portato alla frustrazione o/e al diffuso disinteresse. Dunque è fondamentale che vi sia un aggiornamento dei mezzi audiovisivi a disposizione, in modo tale da indurre i giovani a servirsi attivamente dei mezzi di telecomunicazione di massa da cui sono continuamente frastornati, e non solo a sorbirli. Inutile dire che la scuola non deve assolutamente tralasciare il suo obiettivo specifico (fare scienza) per rincorrere solo la formazione sociale dei giovani; l’esempio più ricorrente è la libera scelta d’apprendimento della religione (in seguito alle modifiche del CONCORDATO del 1929, risalenti al 18-02-1984). Il medesimo testo concordatario, oltre a sancire il rispetto della libertà di coscienza, aggiunge che la religione a scuola deve rispondere degli obiettivi propri di questa istituzione; ma è sempre vero che nelle nostre scuole l’ora di religione è un momento di approfondimento storico e geografico, anziché un’ora di catechismo? Una proposta innovativa e sicuramente rivoluzionaria consisterebbe nel sostituire alla classica lezione un dialogo continuo tra insegnante e studenti, attorno ad un unico tavolo ed in perfetta sincronia; ma occorrerebbe di certo ridurre il numero degli alunni (10-12 per classe), creare nuove strutture… quindi???
3 La parrocchia, che tante volte si rivela un vero e proprio supporto all’attività civile, (patronati, bar… ) è oggi minata dall’assenteismo (infatti, una notevole parte dei cristiani non partecipa assiduamente ai vari riti), logorata dal sospetto nei confronti della chiesa, dal frastuono dei mass-media, dalla ricerca dei solo interesse economico ma soprattutto dalla disgregazione dei valori religiosi (che proprio dalla stessa dovrebbero essere trasmessi agli adolescenti). E
come dire che la parrocchia fallisce nel suo obiettivo specifico?
Quest’articolo, in conclusione, deve far riflettere sul valore della famiglia, che a sua volta “delega” scuola e comunità parrocchiale per l’educazione dei giovani del domani. E un ciclo continuo: minata anche solo una di queste istituzioni, si interrompe il processo completo per la formazione non solo di vere persone, ma di cittadini onesti e competenti.
Elisabetta Vigato
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