Poca ideologia, poca politica e molta amministrazione della Giunta.
Quasi 4 anni sono passati da quando sono stato nominato presidente del Consiglio Comunale di Este.
Ad Aprile del prossimo anno scadrà il mandato affidato nel ’97 a questa amministrazione dai cittadini di Este e con essa anche il mio incarico.
La mia nomina a presidente è stata una nomina inaspettata, che ho assunto con una certa apprensione. Ero pienamente consapevole di dover svolgere un compito nuovo ed impegnativo, tanto più che la maggioranza consigliare ha scelto il mio nome in luogo dell’ Avv. Cappellari, persona di grande prestigio ed esperienza, ma democraticamente battuta nella tornata elettorale uscente.
Nell’accettazione e nello svolgimento dell’incarico mi è stato di aiuto da un lato, la compagnia di tanti volti nuovi tra i consiglieri, eletti alla loro prima nomina e, dall’altro, l’esperienza maturata durante i 15 anni presso l’Unione Provinciale Artigiani di Padova, la maggior parte dei quali trascorsi come segretario mandamentale della sede di Este. Durante questo lungo periodo ho dovuto approfondire e trasmettere le competenze specifiche del settore, ma soprattutto imparare l’ascolto, la mediazione, il dialogo, la tolleranza, il confronto reciproco tra persone diverse per età e per cultura ed esperienza. Di questo devo ringraziare i numerosi amici artigiani che mi hanno sopportato in tutti quegli anni, e mi hanno addestrato a come potersi muovere nell’ambito di un’associazione importante di mille e più iscritti. Questa esperienza ha costituito il mio vero apprendistato all’attività politica.
Nello svolgimento del servizio del mio ruolo di garante del corretto svolgimento del dibattito consigliare ho cercato di mettere a frutto la suddetta esperienza maturata all’interno dell’Upa. Credo che il compito di un presidente sia proprio quello di garantire in consiglio un corretto svolgimento delle regole democratiche e quindi di garantire uno spazio di dibattito a tutti, valorizzando anche il ruolo di controllo delle minoranze.
Non mi aspetto certamente un attestato di riconoscimento per questo mio impegno da parte delle minoranze, ma ho l’impressione quasi di ricevere più critiche dalla maggioranza che dalla minoranza.
Se oltre il ruolo di garante formale delle regole democratiche, abbia svolto più o meno efficacemente anche un ruolo sostanziale di mediazione all’ interno della maggioranza e, per quanto di competenza, anche tra maggioranza e minoranza, non sta a me esprimere alcun giudizio.
Dal 22/5/97 ad oggi il consiglio si è riunito 41 volte, sono state più di 237 le ore di dibattito svolte dai consiglieri, quasi tutti sempre presenti alle sedute.
406 gli oggetti all’ordine del giorno che sono stati discussi e più di 300 deliberati, 111 sono state le domande di attualità presentate mentre 72 sono state le interpellanze e 27 le mozioni, la maggior parte proposte dalla Lega Nord.
Questi numeri rispecchiano l’impegno del Consiglio, ma anche della Giunta che ha portato all’ approvazione del Consiglio numerosissimi provvedimenti.
La maggioranza ha svolto finora il suo compito con impegno e compattezza, ma va riconosciuto che anche la minoranza ha svolto efficacemente il suo compito di controllo e di opposizione costruttiva.
Un ruolo importante va riconosciuto al Segretario Generale del Comune quale consigliere giuridico e estensore dei numerosissimi atti deliberati dal Consiglio.
Il suo contributo professionale ha evitato qualsiasi censura da parte del CO.RE.CO. su tutti gli atti consigliari di competenza e questo ha garantito un rapido iter amministrativo a tutto vantaggio della soluzione dei problemi della città.
Il Consiglio ha visto avvicendarsi in questi 4 anni 6 consiglieri.
Nelle fila di Alleanza Nazionale Pulze ha sostituito il dimissionario Paiuscato, nelle fila dei Popolari Bottaro ha lasciato il testimone a Grosselle, la Lista Este Viva ha sostituito i consiglieri Berto e CappeIlari dopo due anni per avvicendamento, e sono entrati Romito e lo sfortunato Andreose che è deceduto pochi giorni dopo il suo primo consiglio Comunale; al suo posto è subentrato La Rosa, da ultimo Comisso, assumendo l’incarico di assessore, ha lasciato il posto a Ferriani.
Sono in attesa che la commissione consiliare esamini e proponga la formulazione del nuovo statuto che spero di vedere alla luce quanto prima.
Sono dell’ opinione che nel nuovo statuto vengano riservati alla minoranza consiliare maggiori strumenti e presenze di controllo e/o ispettive nelle società miste.
Il quadriennio non è ancora terminato; più che un giudizio politico circostanziato, che comunque spetterebbe ai partiti e ai rappresentanti delle liste di rispettiva appartenenza, è possibile dare qualche indicazione più o meno sommaria.
Questo triennio che si è trovato a cavallo del secolo ha segnato a mio avviso un punto di svolta importante; sono convinto che la nostra città abbia oltrepassato il punto più basso della decadenza e che si stia, ora, risalendo la china con passo deciso.
Due sono gli indici fondamentali che depongono per una ripresa dello sviluppo: il primo di carattere generale ed il secondo di carattere più concreto;
Da una cultura ed impostazione dirigi sta delle amministrazioni comunali precedenti, che puntavano ad un controllo sul territorio e sui gruppi si è decisamente voltato pagina e si è passati ad impostazione nettamente più liberale e radicata al principio di sussidiarietà, cioè ad una cultura dello sviluppo e della piena liberazione delle risorse sociali
ed imprenditoriali.
Il secondo indice è dato dalla volontà espressa da tutte le forze di maggioranza di risolvere con decisione tutte le problematiche ed emergenze estensi; ne è una riprova la priorità assegnata alle fognature, alla imponente mole dei lavori pubblici finanziati ed attivati, di cui, per le note ragioni, non tutte sono state ultimate; cinquanta sono i miliardi di opere finanziate o in corso di finanziamento.
E possibile affermare che Este, da un punto di vista delle funzioni e delle opere pubbliche connesse agli edifici scolastici, tributari, giudiziari, sportivi è o sta “per essere ribaltata come un calzino”.
In sintesi, a mio avviso, codesta giunta non ha fatto una politica attendista, del “quieto vivere”, ma ha cercato di affrontare di petto e quindi di dare una risposta efficiente ai numerosi problemi pratici, che la città di Este attendeva fossero risolti.
In tal senso si è fatta molta amministrazione e poca ideologia, ma Este aveva proprio bisogno di questo: poca filosofia, poca politica e molta amministrazione.
Ciò è stato possibile anche perché le forze politiche stavano passando un periodo di transizione, che non si è ancora concluso, durante il quale si è attivato un processo di ristrutturazione e di consolidamento dei partiti e delle liste locali in corrispondenza delle rispettive aree di rappresentanza elettorale e di tradizione culturale.
La ringrazio perché effettivamente ci sono tre problemi che mi stanno particolarmente a cuore:
Il primo riguarda la valorizzazione dell’artigianato: tale tipo di attività è attualmente l’asse portante dell’economia della Bassa padovana, come è stato ribadito nel recente convegno all’istituto Athestino, organizzato dal locale Lyon-club, a cui ha partecipato il presidente della regione Veneto Galan Giancarlo.
È necessario cogliere al volo la proposta di costituire ad Este, dei corsi universitari per l’Artigianato, dando la disponibilità della sede presso il chiostro incorporato nell’ ospedale.
Ma su questo progetto sarà più autorevole il breve e significativo intervento del neo consigliere regionale Barbara Degani.
Il secondo problema, è il problema della discarica della Sesa.
AI di là di tutti i discorsi vi è una condizione limite, per cui la popolazione ed in particolare quelli di Este e di Ospedaletto Euganeo possono ancora sopportare gli effetti negativi conseguenti alla vicinanza a tale struttura: è cioè necessario porsi un tempo limite entro il quale garantire agli stessi condizioni normali ambientali.
Naturalmente, tale limite non può essere posto nel lungo andare (nel lungo andare, diceva lord Keynes, siamo tutti morti) ma nel medio andare, cioè non più di quattro cinque anni; dopo di che bisogna fare il conto alla “rovescia”.
Il terzo problema che espongo per ultimo riguarda la bretella ovest della nostra città.
Come cittadino estense; ma anche come residente nella zona direttamente interessato, non posso che prendere atto con soddisfazione dell’ impegno pubblicamente espresso dall’Assessore provinciale Marino Zorzato di stanziare nel bilancio 2001 della Provincia di Padova, non più quattro ma cinque miliardi come contributo alla realizzazione di detta opera. Unitamente è stato presentato un progetto preliminare del tratto stradale, che dovrà unire la statale 247 Riviera Berica con la statale 10 Padana Inferiore e che coinvolgerà non solo Este, ma anche altri comuni del versante orientale dei colli e della Bassa.
Leonardo Scapin
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