Nell’unificazione fra scuole ed istituti scolastici, la recente C.M. 352/98 definisce gli istituti comprensivi di scuola materna, elementare e media la “tipologia ordinaria di organizzazione del servizio scolastico, con l’unico limite della rispondenza alla effettiva progettualità espressa dal territorio”.
Infatti, si ritiene che sul piano della strutturazione curriculare il vantaggio degli istituti comprensivi sia costituito dall’ opportunità di integrare aspetti di continuità, unitarietà del curriculo (verticalità) con il rapporto con i contesti
extrascolastici (orizzontalità).
Essi, inoltre, consentono forme di Organizzazione del curricolo finalizzate ad incentivare una maggiore libertà progettuale, aprendo le scuole alle culture territoriali di cui gli allievi sono partecipi.
Sul piano dell’organizzazione didattica, gli istituti comprensivi agevolano esperienze concrete di continuità nella progettazione curriculare e nella gestione operativa dei percorsi formativi e dei gruppi classe fondamentali, contenendo la dispersione scolastica, bocciature ed abbuoni, mediante nuove forme di aggregazione degli allievi, di sviluppo dei criteri di valutazione formativa e un’ originale produzione di materiali didattici.
Innovazioni peraltro largamente sperimentate, anche con successo, negli ultimi venticinque anni, che richiedono una programmazione integrata degli insegnamenti, forte collaborazione fra docenti, preparazione delle famiglie, delle agenzie del territorio, dei servizi scolastici, degli enti locali, i quali a seguito del forte decentramento amministrativo
in ambito scolastico diventano, secondo la citata C.M. 352 “coprotagonisti delle scelte formative”, a partire dal consolidamento delle istituzioni scolastiche del territorio.
L’istituto comprensivo coinvolge al Meglio quindi la società locale nella determinazione delle politiche formative, integrando nella progettazione dell’istituto comprensivo le domande del territorio, dopo un attento lavoro di razionalizzazione, ed uscendo dalla sporadicità di iniziative, proposte o urgenze specifiche.
L’integrazione scuola/comunità locale consente altresì di:
Dopo quarant’ anni di “provvedimenti” legislativi, l’autonomia costituisce certamente una svolta nella “politica” scolastica, offrendo ad alunni, genitori, insegnanti, amministrativi, tecnici, ausiliari e dirigenti uno strumento prezioso per costruire, tutti insieme, una società più consapevole e quindi ancora più libera.
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