Villa Dolfin-Boldù (ex sede del Liceo Scientifico) è un edificio di proprietà comunale sito nella parte ovest del centro storico di Este, dietro il Duomo di Santa Tecla che si estende tra via Zanchi e via Sabina, vicino al ponte della Girometta.
Sup. mq Vol. mc
Giardino e viale d’ingresso 379 –
Cortile lastricata 389 –
Cortile interno 15 –
Serra 46 212
Villa – corpo principale 298 3275
Annessi originari – barchessa 100 605
Annessi recenti 38 193
Totale 1265 4285
‘500 – L’esistenza di un primo edificio cinquecentesco, preesistente all’impianto della Villa, è confermata dal ritrovamento sulla facciata nord (sull’attuale via Sabina) di un portale ad arco ribassato (murato) e dalle tracce dell’originario posizionamento a quota più bassa delle finestre. Ulteriore conferma trova riscontro nell’ispessimento della sezione muraria in corrispondenza degli elementi ritrovati e per un tratto della parete ovest al piano terra. Ciò riconduce ad un fabbricato a due piani fuori terra, probabile continuazione dell’edificio ancora esistente sul fianco est della Villa, con fronte sull’attuale via Sabina e retro sull’orto interno.
1585 – Data del documento di acquisto della consistenza cinquecentesca da parte di Gasparo Boldù.
‘600 – Non documentabile con sicurezza è la data di costruzione della Villa, in buona parte eretta sulla preesistenza cinquecentesca. Si possono però formulare alcune attendibili ipotesi attraverso riscontri indiretti ed oggettive deduzioni. I primi documenti grafici che attestano dell’esistenza della Villa Dolfin-Boldù riguardano il disegno preparatorio a penna e la successiva veduta “Ateste” di Girolamo Franchini (1728-1808) datata 1775. E’ inoltre da collocare attorno alla metà del cinquecento la costruzione del Ponte della Girometta che sposta l’asse viario primario dall’attuale via Sabina (una volta via Tezzon) all’attuale via Zanchi (già Strada Comunale della Girometta, poi via del Teatro). Il “Dessegno della Terra di Este” di Michele Lonigo datato 1566 riporta la “Strada Comunale della Girometta” priva della cortina di edifici sul lato nord, edifici invece riportati dal Franchini. Non è inoltre superfluo ricordare come, sempre in detta via, nel 1724 venga aperto il “Nuovo Teatro di Este”, ceduto dai proprietari dei palchi alla Magnifica Comunità di Este nel 1765. Questi riscontri indiretti, possono servire a collocare storicamente la costruzione della Villa Dolfin-Boldù nel secolo XVII, quando la strada della Girometta è stata più intensamente edificata. Si noti peraltro come la facciata della Villa sull’attuale via Sabina abbia caratteri stilistici più decisi al piano terra , come testimoniano l’arco di accesso di fattura più pregiata rispetto a quello della facciata sud e la presenza degli ovali a lato dello stesso, mentre la parte del timpano trovi maggiore raffinatezza architettonica nella facciata interna.
1674 – Ad comprova di quanto si è testé affermato, questa data è stata trovata, graffiata nell’intonaco a calce del muro di confine al primo piano degli annessi (scuderia, rimessa e cantina) sicuramente coevi alla Villa.
‘700 – Nel ‘700 troviamo dunque l’impianto della Villa così come ci mostra il Franchini: la “fabbrica” principale su tre piani, con i fronti fortemente caratterizzati sia su via Sabina che su via Zanchi; la costruzione degli annessi a due piani sul lato ovest, adibiti a scuderia, rimessa e cantina che dà su una “corticella” verso nord; la corte prospiciente la facciata sud della Villa e la facciata est degli annessi; il giardino che accompagnava ai lati il viale da via Zanchi fino alla corte.
1775 – Il disegno preparatorio e la successiva veduta “Ateste” di Girolamo Franchini rendono conto della consistenza della Villa e del giardino con veduta da sud.
1788 – La “Pianta geometrica di Este” di Antonio Varani riporta in planimetria la situazione settecentesca.
1808 – Il 1° Catasto Napoleonico riporta ancora l’impianto del ‘700, evidenziando come l’angolo di terreno a nord-ovest non fosse però ancora assegnato alla Villa.
1830-40 –Il Catasto Austriaco riporta una situazione ancora immutata.
1839 – I disegni rinvenuti nell’archivio privato Dolfin-Boldù riportano la pianta del piano terra della villa e degli annessi con l’indicazione di alcuni lavori da eseguire e poi non realizzati. Essi prevedevano una suddivisione della cucina e della sala centrale, nonché una sopraelevazione degli annessi. E’ interessante notare come la stanza nord-ovest della Villa sia segnata come cantina e riporti ancora aperto il portale ad arco della preesistenza cinquecentesca. Sono ancora da segnalare le aperture ad arco in corrispondenza della scuderia e della rimessa nel corpo di fabbrica degli annessi. Il prospetto sulla corte è sostanzialmente uguale all’attuale. A seguito di questo “progetto” si ha documentazione della sistemazione della corte interna e del viale di accesso da via Zanchi che hanno presumibilmente assunto le dimensioni, le pendenze e la conformazione attuali.
1845-53 –Nel 1° Catasto Austro-Italiano compare la serra (cedrera) che occupa una porzione di corte lastricata e viene acquisito in proprietà il pezzo di terreno dell’angolo nord-ovest, in continuazione della “corticella” esistente.
1874 – Il 2° Catasto Austro-Italiano conferma la situazione del precedente.
1887 – La proprietà della Villa viene riunita in un unico proprietario. E’ in questo periodo che si iniziano consistenti lavori di sistemazione interna con gli interventi tardo ottocenteschi ancora visibili soprattutto negli intonaci con disegni geometrici in rilievo e con la costruzione del corridoio di servizio al primo piano tra le due stanze dell’ala est.
1907 –Il Catasto Italiano non riporta modifiche rispetto al precedente.
1942 –Nelle planimetrie del Catasto Urbano sono evidenziati la costruzione dei servizi igienici in continuazione delle adiacenze al piano terra e la comunicazione con l’edificio confinante ad est attraverso il corridoio che permette il collegamento con due vani accessori. Ciò risulta conseguentemente all’utilizzo della Villa come sede scolastica a seguito della donazione da parte della N.D. Ada Dolfin-Boldù al Comune di Este avvenuta nel 1940.
Col progetto di recupero della Villa l’Amministrazione Comunale intende raggiungere i seguenti obiettivi:
a. razionalizzare i servizi di pubblica utilità all’interno del centro urbano;
b. completare il restauro di un bene pubblico di particolare pregio architettonico;
c. ricollocare la Biblioteca Civica in un edificio autonomo di facile accessibilità;
d. fornire alla Biblioteca maggiori spazi funzionali e operativi;
e. ottenere per i fruitori della Biblioteca una migliore qualità del servizio;
f. strutturare ed attrezzare la Biblioteca affinché divenga un luogo di frequentazione, incontro e aggregazione quotidiano.
La particolare qualità ambientale-architettnica del sito e i vincoli derivanti dalla protezione dei beni storici di particolare valore ed interesse (L. 1089/39) hanno guidato le scelte progettuali nel modo seguente:
a. restauro esemplare del corpo principale della Villa e conservazione delle adiacenze coeve, mantenendo inalterato l’impianto morfologico e tipologico complessivo ed eliminando gli elementi non originari e le superfetazioni;
b. risanamento e consolidamento delle strutture murarie, dei solai e delle coperture (lavori già appaltati nel corpo principale ed ora, a seguito della rescissione del contratto con la Ditta esecutrice, in fase di riappalto) con riferimento alle necessità derivanti dalla nuova destinazione della biblioteca, compatibilmente con le tecniche di conservazione e restauro concordate con la competente Soprintendenza ai Beni Architettonici e Ambientali;
c. conservazione della partizione interna originaria della Villa i cui locali sono da destinare esclusivamente ai servizi bibliotecari;
d. collocamento delle zone logistiche e di servizio (distribuzione, uffici, direzione, reception, riunione, servizi igienici, vani tecnici, ecc.) nelle adiacenze;
e. destinazione di una parte del piano terra della Villa ad archivio, in modo da non sovraccaricare le strutture dei solai; del primo piano (piano nobile) come sale di lettura-studio e del sottotetto come “mediateca” (audio, video, multimedia, computer, internet, ecc.);
f. razionalizzazione e concentrazione delle reti tecnologiche (energia elettrica, acquedotto, metano, rete fognaria, rete telefonica, rete telematica, ecc.) nella zona degli annessi in modo da intaccare il meno possibile le strutture della Villa;
g. utilizzo di un elevatore idraulico per assicurare l’accessibilità a tutti i piani, posizionato all’interno del corpo principale della Villa in zona funzionalmente compatibile con l’intervento di conservazione;
h. localizzazione “neutra” della centrale termica e della scala di sicurezza antincendio sul lato ovest lungo via Sabina;
i. recupero della serra e della corte selciata esterna, la prima come spazio espositivo e di riunione, e la seconda per attività estive all’aperto (cinema, concerti,teatro, ecc.) collocando funzionalmente i servizi nelle adiacenze.
Con provvedimento n° 4635 del 30.12.1997 la Giunta Regionale ha già concesso al Comune di Este un contributo per la realizzazione del solo intervento di restauro strutturale e recupero statico di Villa Dolfin-Boldù.
Tali lavori, che riguardano esclusivamente il corpo principale della Villa, hanno avuto inizio nella seconda metà del mese di agosto 1999, ma a seguito dell’allontanamento per imperizia dell’Impresa aggiudicataria, essi saranno riappaltati.
La redazione del progetto degli interventi di completamento per il restauro completo di Villa Dolfin-Boldù, prosegue e completa tali lavori, prevedendo il restauro completo anche degli annessi, della serra e dello spazio esterno, con lo scopo di rendere completamente utilizzabile la struttura pubblica.
Villa Dolfin-Boldù è un edificio storico vincolato ai sensi della Legge 1089/39, i cui progetti di recupero sono dunque soggetti ad approvazione da parte della Soprintendenza ai Beni Ambientali e Architettonici del Veneto per quanto riguarda la scelta delle tecniche e dei materiali di restauro: tale scelte sono in buona parte state affrontate in fase di elaborazione del precedente progetto per le strutture del corpo principale e portate all’attuale cantierabilità.
Dati sulla attuale gestione
La biblioteca attuale ha (a tutto l’anno 1998) un patrimonio di circa 28.000 volumi. Ogni anno le nuove acquisizioni librarie sono, mediamente, di circa 1.640 volumi.
L’emeroteca dispone di 100 tra i quotidiani, settimanali e riviste. La biblioteca è attualmente sprovvista di sistemi audio-video, mentre la catalogazione e ricerca dispone di 3 videoterminali consultabili dai frequentatori.
E’ frequentata mediamente da 135 persone ogni giorno, di cui solo 25 giovani fino ai 14 anni, con una dotazione di circa 70-80 posti a sedere per la lettura e lo studio.
La biblioteca propone ogni anni una serie di iniziative culturali, in genere destinate a presentazioni di libri, incontri con gli autori, corsi serali di lingue, convegni e conferenze, rassegne cinematografiche. Parte di queste attività (cinema e incontri con alta partecipazione di pubblico) vengono svolte in altre sale fuori della sede.
L’andamento dei dati statistici evidenzia valori abbastanza stabili, all’infuori dei dati che denunciano la progressiva riduzione di utenze giovanili.
Previsioni del progetto
La collocazione della Biblioteca Civica di Este in Villa Dolfin-Boldù prevede quanto segue:
a. ingresso principale della barchessa;
b. zona caffetteria e servizi al piano terra della barchessa;
c. collegamento interno con la sala riunioni-esposizioni (ex-serra), etc.;
d. unico punto di accesso alla biblioteca controllato alla reception;
e. funzioni primarie della biblioteca collocate interamente ed esclusivamente nel corpo principale della Villa (reception-distribuzione , consultazione, archivio-deposito, emeroteca, zona lettura ragazzi, zona lettura adulti, mediateca);
f. zone amministrative (uffici, direzione, riunione) collocate al piano primo della barchessa;
g. scale antincendio e locale termico posizionato all’estremo angolo nord-ovest;
h. elevatore idraulico in posizione ottimale rispetto alla semplificazione dei percorsi e al raggiungimento di tutte le quote;
i. uso indipendente e autonomo delle zone caffetteria, servizi, sala riunioni e uffici rispetto alla biblioteca per consentire l’uso autonomo della corte per attività estive.
La soluzione progettuale del recupero consente di raggiungere, con il restauro di Villa Dolfin-Boldù e il riutilizzo a nuova sede della Biblioteca, i seguenti risultati:
zone funzionali q.tà minima q.tà massima dotazione
Archiviazione 6.500 volumi 20.000 volumi –
Consultazione 12 posti/sed. + 6 postaz. video 6 p.c.+ 14 mq scaffali
Emeroteca 12 posti/sed. 16 posti/sed. 18 mq scaffali
lettura ragazzi 12 posti/sed. 16 posti/sed. da 4.800 a 9.800 vol.
lettura e studio adulti 44 posti/sed. da 15.600 a 21.000 vol.
Mediateca 28 posti/sed. 28 p.c. + 10 stampanti
sala riunioni 36 posti/sed. attrezzature audio-video
Amministrazione 5 persone 9 persone –
Il progetto consente dunque l’uso contemporaneo (misurato in posti a sedere) della biblioteca da parte di un numero variabile di utenti da 92 fino a 104 (esclusi uffici e sala riunioni), e ciò in dipendenza dalla quantità di archivio che si prevederà di realizzare.
L’archivio può raggiungere una capacità massima di circa 20.000 volumi, mentre la capienza massima degli scaffali aperti alla consultazione è di circa 30.000 volumi, per un totale di circa 50.000 volumi disponibili.
L’informatizzazione di una parte consistente della biblioteca consentirà la realizzazione di una mediateca che può ospitare fino a 28 utenti.
In sostanza con il progetto di restauro e recupero di Villa Dolfin-Boldù come nuova sede della biblioteca si arriva quantomeno a duplicare le potenzialità dell’attuale Biblioteca Civica di Este, assicurando una migliore qualità del servizio in un edificio di grande qualità architettonica e ambientale restituito integralmente all’uso pubblico e messo perfettamente a norma dal punto di vista della sicurezza e della totale agibilità.
Antonio Zogno
Gianni Migliorin
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