Sulla stampa locale è apparso di recente un articolo che, semplicisticamente, configura il confronto elettorale degli ultimi due nuovi candidati (Berto, Piovan) a Sindaco di Este come una sfida tra la Parrocchia delle “Grazie” e la Parrocchia del Duomo, coinvolgendo quindi anche esponenti dell’associazionismo cattolico, legato al Patronato S.S. Redentore.
A mio parere la presunta contrapposizione rappresenta invece una strategia unica dell’area elettorale del centro-sinistra, tesa a un ribaltamento dell’unica amministrazione di centro-destra che ha amministrato Este dopo 30 anni di controllo da parte del centro-sinistra.
Infatti entrambi i candidati fanno riferimento all’area elettorale di centro-sinistra e ciò anche al di là delle buone intenzione di alcune liste civiche.
Logica vuole che risulti inevitabile il reciproca scambio di voti in un eventuale ballottaggio.
A conferma della commedia degli equivoci i popolari “bindiani” e cattocomunisti fino ad ieri
si dichiarano ,ora ,cattolici moderati, dimenticando che in tutta Europa i democristiani sono stati sempre alternativi alla sinistra e al centro-sinistra.
Che la commedia degli equivoci continui tutt’ora, lo dimostra la posizione del loro maggiore esponente nel vicino Comune di Baone,il quale, mentre “cristianamente” si occupa di urbanistica e ambiente , difatto supporta ogni azione del Sindaco D.S.
Come tutta la sinistra nazionale anche i cattolici di sinistra o di centro-sinistra estensi hanno la memoria corta.
Nel numero di Radici, edito nel gennaio u.s., abbiamo iniziato a domandarci quale ruolo storico abbiano avuto i cattolici e i cattolici di sinistra nella gestione della cosa pubblica del territorio ed in particolare a Este.
Molto semplicemente tali cattolici hanno avuto il monopolio del potere e quindi la maggiore responsabilità politica e morale di ciò che divenne Este fino a 4 anni fa, da quando cioè si è verificata la svolta politica che ha determinato i risultati positivi che tutti toccano con mano.
I due candidati parlano entrambi di decadenza di Este.
Mi chiedo quale contributo loro e il precedente centro-sinistra abbiano dato per modificare il trend negativo verificatosi fino al 1997?
E ciò non solo dal punto di vista del mancato sviluppo di Este rispetto ad altre realtà territoriali ma soprattutto dal punto di vista sociale e morale.
Dal punto di vista sociale abbiamo constatato le carenze evidenziate nell’articolo dell’Assessore G.Anselmi, di cui al citato numero di Radici, e quanta fatica ed impegno ha comportato il cambiare rotta.
Dal punto di vista morale e religioso è fuori luogo domandarsi se anche Este sia o meno terra di missione?
Non vorrei emettere sentenze frettolose, concludendo che la secolarizzazione della società estense sia dovuta principalmente alla confusione dei ruoli e alla commistione tra potere politico e potere religioso, anche se appare evidente una precisa responsabilità.
Risulta quindi necessario che ,qualunque sia la risposta a tale grave interrogativo, che le Parrocchie non siano coinvolte né direttamente, né indirettamente.
In conclusione mi sembra di poter affermare che la politica non è tutto poichè non assorbe e non dovrebbe assorbire il maggior impegno dei cattolici e in particolare dei cattolici che rappresentano ufficialmente le organizzazioni ecclesiali.
A mio avviso l’obiettivo prioritario dovrebbe essere invece quello di ricostituire, trasversalmente, il tessuto della comunità ecclesiale e quindi della società civile.
Ciò comporta non una separazione o una spogliazione della propria identità ma una netta distinzione tra chi ha responsabilità ecclesiali e associative e chi vuol semplicemente assumersi responsabilità politiche.
Purtroppo ho il timore che sussistino ad Este dei residui di fondamentalismo che identificano il male con il centro-destra, dimenticando il bilancio fallimentare della propria azione politica.
La testimonianza della presenza del mio Gruppo in questo trentennio sarà il tema del prossimo numero di Radici.
Corrado Corrà
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