Attività, significativa, svolta nel triennio:
è stato predisposto, redatto e votato favorevolmente dalla Conferenza dei Sindaci il “documento” dei Piani di Zona dei Servizi Sociali dei Comuni dell’ULSS 17. Grazie a ciò si è lavorato su alcuni progetti prioritari, ottenendo i risultati esposti nella relazione 2.
o Sta volgendo al termine il l ° Piano Triennale – Lex 285 del ’97 – che garantisce diritti ed opportunità ai minori), grazie al quale sono stati approvati: il progetto “AFFIDO”, già operativo per i 46 Comuni del territorio; l’Osservatorio Permanente sull’ Infanzia, che avrà sede nel Centro di Piazza Trento; la Comunità Educante per cui sono stati attivati nei Distretti di Este e Montagnana 8 Centri di aggregazione per pre-adolescenti ed inoltre è prevista in Este l’apertura del Centro Residenziale per minori in difficoltà, al cui scopo il comune di Este ha già destinato uno stabile.
È stato già approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 2° Piano Triennale – Lex 285 – che oltre a dare continuità ai progetti suddetti prevede l’attivazione:
– di un progetto sull”’interculturalità” nelle scuole materne, presentato dall’ Associazione “Pianeta Bimbo”;
– un laboratorio teatrale per i bimbi Down, presentato dall’ Associazione Culturale “Dolfin-Boldù”- servizi per la prima infanzia, come il “Centro Gioco” di Este che farà da guida ad altri centri che si attiveranno nel Distretto.
Il “Centro Gioco”, inaugurato in zona Peep il 23.12.2000, si pone come un servizio alla famiglia e presenta un progetto innovativo che coinvolge il genitore nella programmazione delle attività e vede il bambino come soggetto competente che va aiutato nel processo di crescita e di conquista dell’autonomia. è il fase di allestimento la “Carta dei bambini”.
Tutti gli atti inerenti alle procedure amministrative di pratiche rivolte ai minori, sono stati raccolti e inviati a Firenze per la partecipazione al Concorso Nazionale “Le città amiche dei bambini e delle bambine”, progetto attivato dall’ Assessorato e che ha coinvolto tutta la Giunta.
o il Comune di Este ha predisposto il trasporto scolastico anche per i bambini portatori di handicap.
o In aiuto alla vita che nasce è stata predisposta una Bozza di Convenzione con il Centro Aiuto alla Vita affinchè questa Associazione possa gestire 2 alloggi dati dal Comune per situazioni di emergenza.
• Per i giovani sono stati fatti Corsi di Informatica, di Diritto e di Autoimprenditorialità. È stata fatta la “Carta dei Servizi dei Giovani” affinchè gli stessi possano conoscere e “usare bene” i servizi cittadini a loro destinati.
o Per gli adulti sono stati proseguiti Laboratori Culturali e Corsi di Inglese e l’Università Popolare è stata ampliata di 30 posti per soddisfare la sempre crescente richiesta di partecipazione.
o Il Centro Sociale è stato trasferito in Piazza Trento, completando così il progetto avviato da amministrazioni precedenti, e oggi l’Associazione “Argento Estense”, che ivi ha la sua sede, conta 640 iscritti.
o Sono stati assegnati, nello stesso Centro, n° 18 alloggi riservati agli anziani e due sale dello stesso saranno destinate ad iniziative per l’infanzia quali la “Mostra permanente del giocattolo antico” e “il Laboratorio permanente per l’infanzia”; questo per legare in maniera ideale il passato con il futuro.
o Terminati positivamente i due corsi precedenti, è in fase di allestimento il 3° Corso di Formazione per Operatori Casa di Riposo, orientato a migliorare la qualità dell’assistenza e ad ottenere l’accreditamento della struttura.
Sono stati assegnati 85 alloggi e mobilitate 20 famiglie in case più idonee.
• si è ottemperato a normative statali e regionali per assegnare contributi relativi a: riscaldamento, affitti, maternità. E tutto ciò ha comportato l’istruttoria di centinaia di domande.
o Per il piano triennale, di prevenzione per le tossicodipendente, l’Assessorato ha attivato il “Progetto Monitor”, con l’obiettivo di monitorare l’impatto che le varie attività preventive hanno sul nostro distretto.
o Per la “qualità dei servizi” è stato predisposto e realizzato un corso interno per tutti i dipendenti sulla “Carta dei servizi”. Lo spirito di questa normativa è il rispetto,
o meglio l’accoglienza dei cittadini come persone. Con la collaborazione dei dipendenti è stato predisposto un questionario distribuito capillarmente ai cittadini, che hanno risposto numerosi e che hanno permesso tramite la sintesi di individuare alcuni progetti di miglioramento che la giunta ha subito attivato (variazione orari accesso agli uffici, miglioramento ambiente e sale d’attesa, cartellino riconoscimento dipendenti, ecc.).
Un secondo questionario tra i cittadini per la periodica verifica dei servizi forniti non ha ottenuto risposte statisticamente sufficienti; tuttavia, coloro che hanno risposto hanno segnalato un sensibile miglioramento dei servizi. La recente attivazione dell’U.R.P. (Ufficio Relazioni con il Pubblico) sarà un ulteriore strumento per avvicinare i cittadini alla pubblica amministrazione
PIANI DI ZONA
Il “Piano di zona” dei Servizi Sociali è uno strumento programmatorio previsto dalla normativa regionale e precisamente dalle leggi del 1994 n. 56 e del 1966 n. 5: Piano Socio Sanitario Regionale 96/98.
Nella nostra ULSS il Piano è stato approvato dalla Conferenza dei Sindaci il 17/5/1999 e recepito con delibera del Direttore Generale n. 800 del 22/6/1999.
Detto questo , al cittadino cosa può interessare? Interessa eccome ! Perché la stesura del documento di Piano è stata lunga e laboriosa ed ha coinvolto tutti i 46 Comuni della nostra ULSS.
Concretamente è stato “ fotografato” il territorio e si è messa in luce la dimensione dei bisogni di carattere socio-sanitario presenti nelle 5 aree ad alta integrazione : Handicap, Anziani, Tossicodipendenze, Psichiatrica, Materno Infantile. (…per ogni area quante persone sono assistite? quante non hanno assistenza? che servizi ci sono nel territorio e che servizi mancano? Che cosa si spende e quanto si dovrà spendere per attivare le risorse che mancano?….)
Ogni Comune aveva i propri dati e così pure i vari servizi specialistici dell’ASL ; ma il grosso lavoro è stato confrontarli e poi metterli assieme affinchè tutti potessero comprendere meglio la vastità della problematica sociale.
Una informazione emersa dal documento e che ha fatto riflettere molto i sindaci è stata quella di sapere che su 59.000 famiglie presenti sul territorio oltre 17.000 sono problematiche ( 1 su 3 ha un problema sociale al suo interno ) e quindi la necessità di programmare servizi mirati è risultata una conseguenza logica.
Per l’area Anziani “ l’Assistenza Domiciliare Integrata “ è stato un progetto prioritario e grazie a ciò tutti i Comuni e l’ASL si sono impegnati a dotarsi di personale sociale e sanitario in numero adeguato per rispondere alle varie necessità.
Si è predisposta la rete dei servizi residenziali territoriali che prevedono per l’anziano non solo i posti nelle Case di Riposo,ma l’accoglienza periodica in strutture di riabilitazione ,oppure in servizi diurni per i quali non si sono dimenticati i pazienti Alsaimer,in fase iniziale della malattia mentre per i più gravi vi saranno “nuclei ad alta intensità assistenziale”.
Per l’Handicap non esistevano sul territorio struttura di accoglienza e neppure letti di “ sollievo “. Oggi in ogni Distretto si risponderà a questa esigenza. Montagnana è già partita con 6 PL + 2 e oggi accoglie 3 utenti; Este è già in fase di avvio(il progetto è già stato approvato) e così pure Monselice e Conselve avranno un numero di PL previsti per queste necessità.
I costi elevati di questi servizi hanno convinto i 46 Sindaci ad approvare una “quota” solidale per andare incontro ai Comuni più piccoli che,altrimenti, verrebbero gravati di spese consistenti qualora avessero 1 o 2 cittadini ricoverati.
Il ricorso alla “solidarietà” di tutti per rispondere ai bisogni di “uno” è un risultato nobile prima ancora che civile al quale si è arrivati portando a conoscenza dei Sindaci dei dati concreti. Non che prima fosse data minore importanza al Sociale , ma oggi si può misurarne la vastità e , di fronte ai dati di cui si è detto, nessuno si è potuto tirare indietro.
I Sindaci hanno votato il Piano Triennale per la prevenzione delle Tossicodipendenze ed il Piano Triennale dei Progetti nell’Area Psichiatrica , hanno approvato per l’Area Minori il Progetto “Affido” e presto valuteranno il Progetto “Tutela dei Minori sottoposti a provvedimento del Tribunale”.
Ecco cosa ha significato l’elaborazione del Documento di Piano!
Ora abbiamo una base da cui partire per fare le modifiche periodiche. Il Documento è flessibile e certo i servizi,nel frattempo attivati, dovranno essere monitorati per la verifica dei risultati.
Il prossimo Piano potrebbe mettere in evidenza una situazione diversa dalla attuale ,non dico migliore stante l’immigrazione , la disoccupazione, la crisi della famiglia, i minori a rischio ( che sono in aumento ), però l’aver sperimentatola validità del metodo (conoscere per agire) ci farà essere più attenti nella lettura dei bisogni e più orientati nell’azione amministrativa che dovrà promuovere condizioni di benessere per ogni cittadino.
Gianna Anselmi
CASE POPOLARI
Uno degli interventi sociali più preziosi è certamente l’assegnazione di un alloggio.
Attraverso l’annuale Bando Pubblico l’Amministrazione Comunale assegna, compatibilmente con la disponibilità, le case “popolari”, e precisamente quelle case il cui affitto viene calcolato in base al reddito familiare.
Vi sono affitti che vanno dalle 17.000 lire alle 250.000 lire. Come si vede anche le case che costano di più hanno importi ben lontani dagli elevatissimi affitti di mercato.
La casa rappresenta un “bisogno primario” anche per molti cittadini estensi e ne è prova il numero elevato di domande che ogni anno vengono presentate all’Amministrazione Comunale.
Negli ultimi 10 anni sono state presentate mediamente per anno 110 domande con picchi, in qualche anno, di oltre 140.
Certo è impensabile che ogni anno vi sia la disponibilità di centinaia di alloggi.
Tuttavia negli ultimi tre anni sono state assegnate le seguenti unità abitative :
n° 8 nel 1997 ( su 121 domande)
n° 42 nel 1998 ( su 145 domande)
n° 35 nel 1999 ( su 122 domande )
Nel corrente anno le domande presentate sono state 119 e gli alloggi disponibili saranno 10 o 15.
Sono state anche soddisfatte le richieste di 20 famiglie che avevano chiesto la mobilità per inadeguatezza dell’alloggio.
Infatti spesso persone che abitano sole trovano in affitto alloggi troppo grandi che comportano, oltre a un canone elevato, consistenti spese fisse quali riscaldamento e consumi vari; oppure famiglie numerose abitano in appartamenti sottodimensionati.
È sempre maggiore il numero di extracomunitari che abitano in alloggi dalle precarie condizioni igienico-sanitarie e che si rivolgono al Comune per chiedere alloggi più dignitosi e con canoni accessibili alle loro possibilità.
Vi sono infine cittadini estensi che, nonostante ogni anno venga pubblicato il Bando per concorrere all’ assegnazione degli alloggi, arrivano ai nostri uffici in ritardo, precludendo si così la possibilità dell’ accogli mento della domanda.
È impossibile soddisfare tutte le richieste di alloggio che arrivano agli uffici, nonostante la disponibilità sia pure ultimamente aumentata, però è anche vero che scorrendo le graduatorie, e man mano che il punteggio si riduce, si riscontra il minor “bisogno” delle famiglie richiedenti e quindi il “minor” diritto ad ottenere un alloggio popolare.
La legge regionale n°10 del ’96,modificata ed integrata dalla n°14 del ’97, detta le norme che regolamentano la complessa materia degli “alloggi ERP” e la non conoscenza della stessa porta spesso le persone, che non hanno ottenuto l’alloggio, a fare ricorso presso la Commissione Regionale. E ciò con i conseguenti ritardi delle assegnazioni.
In questo momento il Comune di Este ha un solo contenzioso e precisamente con un cittadino extracomunitario residente a Piacenza d’Adige ( … e non nel nostro Comune … ).
Il ricorso al TAR e’ stato respinto, per cui l’interessato è ricorso ulteriormente al Consiglio di Stato.
ANZIANI ALLA RISCOSSA
Davvero se Este ha una grande presenza di cittadini che superano i 60 anni di età (1 su 3) è anche vero che questi cittadini sono la prova che nulla può scalfire la loro gioia di vivere, il loro interesse per le cose del mondo, il piacere della cultura.
Sono diversi i Gruppi che si sono costituiti presso le Parrocchie (gli “Arzilli” del Deserto, il Gruppo del Duomo, di Santa Maria delle Grazie, di San Girolamo, il Gruppo culturale di Schiavonia, il Gruppo del Pilastro ma il più numeroso risulta il Gruppo “Argento Estense” con 640 iscritti e con sede in Piazza Trento.
Le attività che vengono svolte sono molteplici e tutte tese a contrastare la solitudine, a creare amicizia, solidarietà e, in alcuni casi, anche discrete e meravigliose storie di affetti.
Si balla, si gioca a carte, a tombola, ci si dedica alla lettura, si fa attività motoria guidata, si organizzano gite culturali, si va in vacanza al mare, monti o terme.
Si frequenta anche l’Università Popolare, prestigiosa iniziativa dei Servizi Sociali che da otto anni è orgoglio per la Città e che è frequentata da 170 iscritti! I contenuti dei Corsi, l’organizzazione che i Servizi garantiscono, l’abilità e professionalità dei docenti saranno materia di approfondimento in altro numero di Radici per non correre il rischio, stante lo spazio disponibile in questo numero, di sminuire in poche righe il valore sociale e culturale di questa iniziativa.
Come se non bastasse quanto sopra descritto, quest’anno, in collaborazione con la Provincia e l’Assessorato allo Sport, i Servizi Sociali hanno organizzato l’attività riabilitativa in piscina ad Abano Terme e naturalmente più di 100 anziani hanno aderito con entusiasmo all’iniziativa.
Sicuramente sarà ripetuta.
Chiamo affettuosamente i nostri anziani “gli eterni gaudenti” ed è proprio vero che loro sono un laboratorio di attività protese alla promozione della salute lanciano a tutti un messaggio di gioiosa speranza.
È stato discusso con alcuni di loro della necessità di creare un “ponte” ideale tra passato e futuro coinvolgendo i ragazzi perché gli stessi possano ritrovare le radici della cultura solida di questo territorio, ricco di storia e valori che rappresentano le fondamenta per una società più stabile e sicura.
“Quando muore un vecchio, brucia una biblioteca”
Noi vogliamo che i giovani non perdano alcun contenuto di queste esperienze, di questi “libri” scritti con la vita.
ESTE – CITTA “TOLLERANTE”
Diventa sempre più numerosa la presenza di cittadini extracomunitari nella Città di Este che si sta impoverendo di nascite e di popolazione. Stiamo scendendo sotto le 17.000 unità e non siamo più il Comune più numeroso della Bassa Padovana.
Iscritti regolarmente all’ anagrafe ci sono circa 300 persone provenienti prevalentemente dall’ area dei Balcani e poi dal Nord Africa, dal Centro Africa, dalla Polonia, dalla Russia e dalle Filippine.
Frequentano le Scuole di Este n° 51 ragazzi stranieri.
Dobbiamo però mettere in conto che la presenza di extracomunitari può essere superiore alle 300 unità in quanto, dopo la guerra nell’ ex Iugoslavia, molti familiari dei già residenti si sono accasati ad Este dopo la fuga dal Kossovo, dall’ Albania, dalla Macedonia.
Sono molto solidali tra loro e, chi è già ben inserito, fa da “guida” ai nuovi arrivati e lo aiuta a sbrigare le varie pratiche burocratiche, certo non facili per chi ha difficoltà anche ad apprendere la nuova lingua.
I Servizi Sociali sono in prima linea nell’ accogliere le prime e più pressanti richieste, che sono: un lavoro, la casa, un contributo economico, l’esenzione dalle rette per il pullmino scolastico e per il buono mensa.
Per quanto riguarda il lavoro gli uomini si adattano con facilità (il bisogno è grande) però l’area nella quale sono più impegnati è quella edile. Le donne, quando possono , svolgono lavori domestici presso terzi oppure rimangono a casa per accudire i figli (alcune sono famiglie numerose con fino a 6 bambini).
Le donne del Nord Africa non lavorano fuori casa; si vedono poco in giro, vestono i costumi tradizionali e non hanno ancora dimestichezza con la nostra lingua; stanno imparando e presto saranno meno sole; è di solitudine infatti che soffrono; il marito è assente tutto il giorno per lavoro e le stesse, non conoscendo la lingua italiana non possono allacciare rapporti amichevoli con i vicini di casa.
Sono molte le richieste di natura sanitaria che rivolgono direttamente al Pronto Soccorso del nostro Ospedale o direttamente ai reparti di degenza; hanno meno capacità di noi di risolvere i piccoli problemi di salute in proprio e si spaventano per piccole cose.
Alle volte fanno il contrario, specie se sono clandestini, e, anche con problemi seri di salute, non si fanno visitare.
La nostra ASL ha attivato un ambulatorio per loro e, per i casi più indigenti, la visita è gratuita.
I cittadini estensi come reagiscono all’impatto con questi gruppi etnici che hanno modelli esistenziali diversi dai loro?
Vi sono famiglie estensi che hanno “letteralmente” adottato famiglie extracomunitarie e con grande impegno e dedizione cercano di rendere loro la vita più facile. Li accompagnano nelle istituzioni, si fanno portavoce e garanti, intervengono con aiuti economici, e il tutto con grande rispetto delle diversità, senza la pretesa che diventino fotocopie dei nostri usi e costumi.
Gli extracomunitari non hanno bisogno di tolleranza, che molto spesso è una copertura dell’indifferenza, ma, come ogni essere umano, hanno bisogno di accoglienza, di comprensione e di condivisione.
Molti di loro sono brave persone che vivono sulla pelle quei luoghi comuni che spesso vengono ripetuti quando non vi sono argomenti sostenuti da una analisi serena ed obiettiva dei fatti: “ci vengono a prendere il lavoro”, “ci vengono a prendere le case”, “c’è troppa delinquenza da quando ci sono gli extracomunitari”, ecc.
In realtà molti dei lavori che fanno non li fa più nessuno, le case le hanno con una difficoltà enorme (nessuna agenzia è disposta ad affittare appartamenti agli extracomunitari e gli alloggi popolari li hanno ottenuti una o due famiglie per anno).
La delinquenza va gestita con la legge, rispedendo nel proprio paese chi non è in regola con il permesso di soggiorno e chi viene trovato a commettere un reato.
Stiamo andando verso società multietniche e l’impegno per tutti è una convivenza civile, nel rispettò delle regole, delle leggi e della cultura degli altri, che arricchisce, fa crescere e fa comprendere che non siamo soli sotto il sole e non possiamo avere il monopolio delle città, degli spazi e, in molti casi, del benessere.
I bambini insegnano: nelle nostre scuole l’integrazione è reale e gli alunni, dalle materne alle superiori, legano con i coetanei di tutto il mondo un’amicizia e un’esperienza sociale che fa vedere più roseo il nostro futuro.
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