Premessa
Non siamo dei democristiani pentiti, non rinneghiamo la nostra esperienza di una piccola compagnia di democristiani estensi; confermiamo anzi che la nostra identità non è data dal richiamo a valori astratti, ma piuttosto alla nostra storia, alla nostra esperienza ventennale di minoranza interna della DC.
I programmi per il domani e per dopodomani si radicano nella quotidiana fatica di questo ultimo ventennio ad essere e rimanere “aspiranti cristiani”, moderati e volutamente non integrati in questa società radicale
La prima stagione decorre dal ’72 fino al 78:no al compromesso storico,attenti al radicalismo di Pannella.
Tale stagione è stata vissuta accanto all’azione di quel gruppo di parlamentari veneti, che in quel periodo di ubriacature “sinistrorse” ha impedito di fatto il realizzarsi a livello nazionale del compromesso storico.
In quel periodo l’on. Fracanzani e l’on. De Michelis erano i protagonisti veneti più accesi di detto compromesso storico.
Il nostro anticomunismo non era viscerale, ma tendeva al recupero nel sistema costituzionale del PCI (teoria del treno su due rotaie: DC e PCI) ed era altresì basato sull ‘ ipotesi che le tensioni sociali in atto non fossero una seria rivoluzione della classe operaia, ma semmai una vera rivoluzione etica, dei costumi, in cui il vincitore finale non era il PCI, ma il radicalismo di Pannella.
La seconda stagione parte dal ’79 al 83: denuncia di una classe dirigente,che diventa sempre più classe “digerente”.
Finito il periodo dell’emergenza anticomunista era urgente “sistemare”il Paese e realizzare gli obiettivi del centro-sinistra , di conseguire, cioè, congiuntamente lo sviluppo economico, la solidarietà sociale, l’efficienza dell’apparato pubblico.
In parole semplici, Craxi e Andreotti negli anni ottanta avevano tutto il tempo politico e tecnico per raggiungere tali obiettivi; ma ciò non è avvenuto, anzi la bancarotta dello Stato è espressione del fallimento della loro azione politica.
Nei limiti delle nostre forze abbiamo elevato a livello provinciale una denuncia pubblica contro la maggioranza dorotea-fracanzaniana della DC, che riproduceva a livello locale quanto stava succedendo a livello nazionale.
La nostra era una protesta contro quei comportamenti politici di mera gestione del potere, di mera gestione degli equilibri, di “occupazione della società civile, di condizionamento salariale della coscienza politica”.
La nostra denuncia era più grave di una generica denuncia moralista: la classe politica non svolgeva adeguatamente il suo ruolo sociale: diventava sempre più digerente e sempre meno dirigente.
In quel periodo , nell’ ambito del dibattito sul P.R.G.,.uno degli esponenti di maggior spicco della DC estense ammetteva apertamente e, quasi allegramente, di non aver letto il piano regolatore della Città!
La terza stagione va dal ‘ 84 al ’92: necessità di ripartire da zero:dalle radici cristiane e popolari.
E’ il periodo più buio:
1) non solo perché l’occupazione della società civile era perseguita scientificamente. A Este qualsiasi società sportiva per far sport doveva fare i conti con il potere politico,
2) ma soprattutto perché i responsabili politici di detto comportamento cercavano, in parte con successo, di ottenere legittimazione e coperture morali.
Accanto all’isolamento di tutti i tipi, veniva messa in forse la nostra speranza di individuare delle risorse morali per un superamento della situazione.
Troppo distante era la nostra lettura della situazione rispetto alla gerarchia locale,che è arrivata ad avanzare una proposta ,che di fatto qualificava formalmente il consiglio pastorale parrocchiale come un soggetto politico.
E’ il periodo in cui abbiamo costituito la cooperativa “Le Radici”, con l’intento di ripartire da zero, dai due valori di fondo : dai valori cristiani e dai valori popolari e, per l’occasione, abbiamo inventato un nuovo termine del vocabolario italiano : radicante.
Eravamo e siamo convinti che la distinzione fondamentale che si poneva e si pone non è data dalla diversità delle idee o dalle diverse opzioni culturali, ma piuttosto da chi strumentalizza anche i valori e quindi è senza regole, amorale, cioè senza radici, che punta a cogliere i frutti, i successi e chi invece è attrezzato di buona volontà per cercare di trovare quotidianamente un significato unitario alla vita personale e sociale.
La distinzione fondamentale è tra l’essere radicali (senza radici) e l’essere radicanti(chi va alla ricerca delle radici).
IV Stagione: dal ’92 verso il terzo millennio e oltre.
Si apre una stagione non facile,non migliore, né peggiore della precedente, ma che presenta il vantaggio di una partita a “carte scoperte”, in cui i veli della menzogna sulle persone, sulle cifre(debito pubblico), sulle ideologie trovano meno spazio .
1) E’ tuttora utile e necessaria una visibilità politica degli “aspiranti cristiani” :
– in termini di consapevolezza di essere minoranza nella società civile e in quella politica, quale popolo e quindi compagnia di persone, intrise di interessi e di valori; minoranza ,che non vuole marginalità.
– In termini di unità fondamentale sulle direttive della dottrina sociale, sui valori sia della giustizia sociale sia del rigore; rigore morale, tecnico (compatibilità tra risorse e obiettivi) e rigore in termini di responsabilità e trasparenza, di autodisciplina da parte dei democratici.
– In termini riduttivi dell’incidenza etica della politica sulle persone. La destra non è il male e la sinistra non è il bene.
2) Tale visibilità dovrebbe tradursi politicamente, stante le regole del maggioritario, in due nuclei centripeti all’interno dei due Poli.
In una democrazia matura il bene comune non sta in un polo o in un altro ma nella dialettica, nell’alternanza tra
I due poli.
In termini positivi , il polo “ moderato” può essere qualificato come polo delle libertà o meglio ancora delle responsabilità e delle creatività e il polo “progressista” può essere qualificato come polo delle solidarietà, magari fondate sul debito.
Noi abbiamo fatto una scelta chiara per il polo meno statalista e più personalistico: più società e meno stato.
Riteniamo utile e necessario per il bene comune e per la visibilità di tutti gli aspiranti cristiani che , al contrario di quanto fin’ora avvenuto,anche l’on.Bindi e il prof.Prodi mostrino veramente di avere “carattere” e costituiscano un nucleo tale che possa “tra l’altro”all’interno del polo progressista mettere in discussione l’egemonia del PDS.
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