In fase di realizzazione la nuova statale 10
Il 14 luglio 2003 c’è stata la posa della prima pietra, il 31 luglio 2003 l’inizio della conta dei 1.100 giorni per completare i lavori della nuova statale lO, la superstrada. Dopo anni, meglio dire decenni di parole, promesse e anche false inaugurazioni, la superstrada è partita, sebbene la grandezza della carreggiata sia diminuita per una disponibilità minore di fondi a disposizione. E’ stato un successo comunque. Per la classe politica, per i comitati che si sono battuti negli anni scorsi. Per i cittadini che più volte sono scesi in piazza per manifestare un disagio legato alla ridotta velocità di spostamento tra Este, Monselice e Montagnana. E soprattutto per una sicurezza ridotta al minimo. La”Padana Inferiore” è molto trafficata, pericolosa. Non garantisce in nessun punto un transito agevole a biciclette e moto. Il tributo di sangue pagato dagli utenti di questa strada è stato molto alto. Troppe vite spezzate. E dopo ogni disgrazia veniva posto il problema dell’assoluta necessità di avere una nuova strada.
lI PROBLEMA DEGLI ESPROPRI.
I ricorsi degli espropriati hanno ritardato di oltre un anno l’avvio dei lavori. Gli indennizzi erano considerati troppo bassi e alla fine si è arrivati in diversi casi ad un congruo innalzamento del prezzo pattuito. Anche questo ritardo ha contribuito a rendere non aggiornati con i valori di mercato i prezzi stabiliti dall’Anas nel bando per la realizzazione
dell’opera.
I NUMERIDELLASUPERSTRADA.
La lunghezza complessiva della strada è 10.459 metri tra Monselice (Ca’ Oddo) e Carceri d’Este. L’importo dei lavori è di 41 milioni di euro. La strada sarà larga 10,5 metri con 2 corsie, una per senso di marcia. Saranno realizzati i seguenti svincoli “sfalsati” per garantire maggiore sicurezza: raccordo con la provinciale 8, di Schiavonia, di accesso ad Este, e di Sperone. Altrettanti i sovrappassi: ferrovia Bologna – Padova, su via Granzette, su provinciali 41 e 42, su via Casette, sul collettore Brancaglia. Il punto più delicato della progettazione è stato il superamento dell’ oleodotto di Prà dove sono stati necessari numerosi compromessi, che alla fine a conti fatti sono costati quasi 2,5 milioni di euro. La tratta di superstrada avrà un ponte su due fiumi a Prà, che sarà alto 17 metri. L’altra questione che ha ritardato l’iter procedurale è stata la progettazione del ponte sulla ferrovia, che ha visto delle lunghe trattative con l’ufficio periferico
di Bologna delle Ferrovie e con la direzione nazionale di Roma.
L’ADEGUAMENTO DEI PREZZI.
Nel dicembre 2004, dopo quasi un anno e mezzo dall’avvio dei lavori emerge un grosso problema che ne mina il prosieguo. La realizzazione della nuova statale 10 rischia di bloccarsi.
L’impresa Adanti di Bologna minaccia di abbandonare il cantiere. I prezzi dei materiali previsti dalla gara d’appalto vinta dalla ditta emiliana, risalgono a 4 anni prima. Un tempo in cui il costo dei cosiddetti “inerti”, ossia sabbia, ghiaia e stabilizzato sono cresciuti sul mercato di oltre il 100 per cento. In pratica sono raddoppiati, anzi ancora di più. Per non parlare del ferro per i ponti. AlI’Adanti (un’impresa che fattura 200 miliardi di vecchie lire all’anno e si occupa di grandi lavori stradali) una situazione simile a quella verificatasi nella Bassa Padovana non era mai successa. Sono addirittura 4 i milioni di euro che servono in più. Solo il costo della sabbia totale è di 17 miliardi di vecchie lire. Finora è stato posato all’incirca un quantitativo di 100.000 metri cubi di materiale, che è stato pagato 7,5 euro al metro cubo nel mercato contro il valore da appalto di 3 euro. Il reperimento della sabbia inoltre è un problema rilevante (non solo per questo cantiere). Le “battaglie ambientaliste” e le inchieste giudizi arie hanno trasformato la sabbia in oro. Parecchia arriva addirittura dalla Croazia via nave con i costi che aumentano.
Dopo settimane di snervanti trattative l’intesa viene raggiunta, sia per la sabbia che per il ferro e l’impresa assicura di recuperare anche il tempo perso.
LO STATO DEI LAVORI.
Le opere proseguono come da progetto, il tracciato è ormai visibile in buona parte del percorso. All’inizio ci sono voluti quasi 3 mesi per le autorizzazioni del Genio militare per realizzare le bonifiche profonde e quelle superficiali. Per lo sminamento si sono effettuate migliaia di perforazioni. Ogni metro e 80 centimetri si è bucato il terreno per 3 metri di profondità. Quindi in ogni buco è stata inserita una sonda in grado di ravvisare la presenza di mine in un raggio ristretto. Poi l’intera tratta è stata picchettata, tracciata e si provveduto ad alzare il tracciato con tonnellate di materiale inerte. Nelle ultime settimane si stanno realizzando i terrapieni per i cavalcavia.
Il recupero della sabbia e il suo costo è uno dei grossi problemi che si stanno affrontando per realizzare questa arteria. Una porzione della strada, comprensiva del nuovo ponte sul Frassine, dove passa il tubo dell’Enichem che non è ancora stato spostato, è stata consegnata da poche settimane all’impresa costruttrice. Si tratta del punto più critico della “Variante agli abitati di Este e Monselice” della superstrada.
I VANTAGGI DI UNA VIABILITA’ VELOCE.
Una velocità di spostamento adeguata è una prerogativa importante per l’insediamento di nuove aziende produttive. A diversi Comuni della Bassa, interessati in qualche modo dal passaggio della nuova statale 10 o dell’autostrada Valdastico, sono arrivate decine di richieste di aziende, soprattutto vicentine. Il poter raggiungere in tempi brevi strade importanti è essenziale per il mondo dei trasporti.
E’ sufficiente vedere come si è industrializzata la zona del Conselvano grazie alla superstrada. Le imprese si sono informate dei lotti disponibili per gli insediamenti produttivi, ne hanno già prenotati. Potersi muovere in rapidità tra Este, Monselice e Montagnana è la prerogativa essenziale anche per la realizzazione del nuovo ospedale unico della Bassa.
Con una viabilità intasata come potrebbero muoversi con agilità le ambulanze, garantendo un soccorso celere?
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