Nel mio precedente articolo di Aprile dal titolo “eppur si muove”, ebbi modo di sostenere come per il territorio della Bassa Padovana si fosse creata dal 2001 in poi una particolare e felice situazione politico-amministrativa, che ha inciso profondamente sulle condizioni strutturali per il futuro sviluppo del territorio.
Tra le opere realizzate o realizzande ricordo :
l’Ospedale unico, la nuova Statale 10, la Valdastico Sud, il Tribunale, l’Accademia nazionale dell’Artigianato, il Centro Professionale Manfredini, la riorganizzazione Parco Colli, lo sviluppo degli insediamenti produttivi e del turismo.
Non sarà certo la sentenza del TAR che blocca temporaneamente i lavori della Valdastico a condizionare la realizzazione di un’opera così importante per il territorio: come spesso accade in Italia uno sparuto gruppo di ambientalisti esasperati e miopi fa ritardare realizzazioni di opere condivise dalla quasi totalità delle persone.
Ricordo che le sopraccitate opere costituivano il contenuto programmatico, (esposto nel numero del Maggio 2001 della rivista “Radici”), della Casa delle Libertà in occasione delle elezioni politiche ed amministrative di quell’anno.
Ciò che allora poteva apparire una strategia improbabile e forse un utopistico sogno si sta invece realizzando, concretamente, sia pure con gradualità.
Dobbiamo ora chiederei quali siano state le ragioni e le condizioni della formazione di questo positivo momento storico.
1) Innanzitutto segnalo l’omogeneità della filiera politico-amministrativa, sia in senso verticale nei maggiori comuni, nella Provincia (presidente V. Casarin), nella Regione (presidente G. Galan e consigliere G. Cortellazzo) e nel governo nazionale sono presenti rappresentanti della Casa delle Libertà), sia in senso orizzontale per l’omogeneità delle amministrazioni di Este, Monselice, Montagnana in termini politici (Forza Italia) e di classe dirigente giovane e nuova: vedi i Sindaci Conte, Mossa e Mengotto.
2) Se questa omogeneità politico-amministrativa ha potuto esprimersi al meglio, dando spazio e voce alle istanze del territorio, ciò è potuto avvenire (quasi per assurdo) anche per la mancanza di leadership storicamente consolidata e gerarchicamente definita, come era avvenuto in passato.
3) Voglio doverosamente segnalare, oltre ai Sindaci già menzionati, il nome di due gentili e tenaci Signore: Gianna Anselmi e Barbara Degani, che con il loro prezioso lavoro quotidiano sono state determinanti nel creare un clima di collaborazione con i responsabili politici del territorio.
Gianna Anselmi è stata ed è il coordinatore operativo e morale della Conferenza dei Sindaci nel cui ambito si è creato un circolo virtuoso che ha fatto maturare la decisione di costruire l’Ospedale unico.
Barbara Degani, riconfermata consigliere regionale, ha assicurato un sistematico collegamento tra la Regione e il Governo Nazionale e i responsabili del territorio ed ha offerto un incisivo contributo per l’Ospedale per l’Accademia nazionale dell’Artigianato e per la Valdastico Sud.
4) Contrariamente a quanto normalmente avviene nei comportamenti di chi fa politica ed ancor di più se esso si trova a gestire il potere, il nostro atteggiamento è stato invece quello di non pretendere di essere i protagonisti della strategia a suo tempo concepita ma quello invece di assecondare l’evolversi del positivo clima di collaborazione e
di accettare contributi anche istituzionali da qualunque parte arrivassero.
Sono convinto che questo nostro comportamento, che nel precedente numero di “Ruzante e dintorni” ho definito come “silenzio operoso”, ha costituito certamente un ulteriore elemento del successo dell’azione politica.
Non ho ora la sfera di cristallo per conoscere se questo felice momento potrà continuare, o se invece siamo già alla fìne. Quello che è certo però è che i progetti sono già in fase avanzata e già fìnanziati, per cui nessuno potrà distoglierli o fermarli. Ecco allora che, avendo posto in essere le premesse strutturali per lo sviluppo del territorio, possiamo chiederei quale sia il modello di sviluppo.
La risposta è tanto semplice sul piano della enunciazione, quanto impegnativa nella concreta realizzazione.
IL modello deve garantire lo sviluppo integrale dell’uomo e della persona.
Se dalla nuova viabilità e dalle altre infrastrutture è ragionevole attendersi lo sviluppo di nuovi insediamenti
produttivi, è altrettanto naturale pretendere il rispetto ambientale del territorio, che deve rimanere a misura d’uomo.
Alla defmizione delle linee concrete del modello di sviluppo dedicheremo le nostre ulteriori riflessioni, e chiediamo di partecipare ai nostri lettori.
In via preliminare, possiamo affermare che se sono importanti le opere pubbliche e le infrastrutture, per lo sviluppo integrale dell’uomo sono ancora più importanti la vita civile, la vita delle imprese e la vita della famiglie.
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